Verifiche sul filo del prezzo-valore

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L’agenzia delle Entrate ha emanato una direttiva in cui si prendono in esame le cessioni immobiliari e la conseguente richiesta di un mutuo, che spesso è di importo molto più elevato a quello necessario per l’acquisto dell’immobile. L’importo del mutuo contratto per acquisire un’abitazione, secondo il Fisco, è rilevante non solo nel caso in cui la vendita sia Iva imponibile, ma anche nel caso in cui la compravendita sia soggetta all’imposta di registro. Dunque, se c’è una differenza notevole tra il valore del fabbricato e il mutuo richiesto è possibile che la cessione sia stata dichiarata per importi inferiori a quelli reali. L’Agenzia precisa che se il mutuo viene richiesto anche per altre finalità (esempio ristrutturazione dell’immobile), l’atto di mutuo ne dovrebbe riportare l’informazione. Pertanto, dovrebbe scattare il principio del prezzo-valore, secondo il quale la tassazione (Iva e imposta di registro) deve essere calcolata non sul prezzo dichiarato ma sul valore catastale rivalutato. Dal 1° gennaio 2007, il sistema del prezzo-valore riguarda le compravendite di immobili a uso abitativo e relative pertinenze in cui gli acquirenti sono persone fisiche, ma i venditori possono appartenere a categorie diverse
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