Tfr, il ruolo chiave del professionista

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I consulenti del lavoro si riuniranno domani a Roma, in una giornata di studio sul Tfr. Il convegno tratterà tutte le tematiche che orbitano attorno al sistema previdenziale. Dal primo gennaio 2007, il 100 per cento del Tfr maturando confluirà nelle casse dell’Inps. L’obbligo è delle aziende con almeno 50 addetti, limitatamente alle quote inoptate. Quest’unica constatazione è già sufficiente per comprendere l’inutilità del provvedimento ai fini previsti dal legislatore. Il primo gennaio 2007 è anche la data di inizio decorrenza dei sei mesi per la maturazione del silenzio assenso, tacita devoluzione del Tfr maturando dopo l’1 luglio 2007. L’articolo 8, comma 8 del decreto legislativo 252/2005 (non modificato dalle nuove regole della Finanziaria) prevede che, prima dell’avvio del periodo di sei mesi di cui al comma 7 (entro, cioè, il 31 dicembre 2006), il datore debba fornire al lavoratore adeguate informazioni sulle scelte disponibili. Ogni azienda, indipendentemente dall’impiego di almeno 50 dipendenti (limite che, come scritto, opera solo per il conferimento del Tfr inoptato al fondo istituito presso l’Inps), dovrà predisporre un documento informativo da distribuire ai lavoratori entro fine anno; in esso spiegherà le forme di previdenza complementare, le caratteristiche, le garanzie di rendimento, gli eventuali rischi nonché i costi. Il consulente del lavoro fornirà ad essa informazione, supporto e consulenza nella difficile gestione del rapporto con i propri dipendenti.   

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  • ItaliaOggi, p. 43 – Tfr, il ruolo chiave del professionista

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