Studi tra acquisto e affitto

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Le modifiche che la legge Finanziaria 2007 intende introdurre (dal prossimo 1° gennaio) all’articolo 54 del Tuir sollevano fin da ora qualche dubbio interpretativo. Soprattutto è oggetto di dibattito la deducibilità delle spese che il professionista sostiene per ammodernare e ristrutturare l’immobile adibito all’esercizio dell’attività. Sempre in virtù di una certa analogia che subentra tra la disciplina del reddito d’impresa e quella del reddito di lavoro autonomo, si prevede che le spese per ristrutturazioni di immobili destinati all’attività professionale siano deducibili tramite capitalizzazione sul costo dell’immobile stesso e relativo ammortamento. Nel caso in cui queste spese si possono imputare a incremento del costo dell’immobile è prevista una alternativa tra la deduzione nel limite del 5% del valore dei beni ammortizzabili esistenti all’inizio dell’esercizio, mentre l’eccedenza diviene deducibile in cinque quote costanti nei periodi successivi.

Non meno importanti sono i dubbi che assillano i professionisti tra l’investimento immobiliare diretto e la locazione del fabbricato destinato all’attività. La possibilità di dedurre ammortamenti e leasing immobiliari, prevista dalla Finanziaria 2007, pone i lavoratori autonomi di fronte ad un bivio: creare una società immobiliare oppure privilegiare l’investimento diretto. Attualmente per gli autonomi che acquistano in leasing il proprio ufficio è prevista la sola detassazione della rendita catastale, integralmente o per la metà, a seconda che si tratti di beni utilizzati per intero o solo parzialmente per l’esercizio della professione. Nessun limite di deduzione soffre, invece, il canone di locazione dello stesso immobile adibito solo all’attività professionale. Con le modifiche apportate dalla Finanziaria per il prossimo anno, verrebbero riscritte completamente le regole per la tassazione dei beni strumentali dei professionisti. In particolare, si stabilisce che per gli immobili acquistati nel triennio 2007-2009 si potranno dedurre quote di ammortamento e canoni, con i limiti previsti dal Dl 223/06 per il costo del terreno sottostante. Per ciascuno dei tre anni previsti, la deduzione dei costi immobiliari riguarderà solo un terzo dell’importo sostenuto. Inoltre, si prevede, anche per gli immobili, la tassazione delle plusvalenze in caso di vendita o di altre ipotesi di autoconsumo, senza però prevedere la possibilità di dilazione del provento se il bene è posseduto da almeno tre anni, come avviene nel caso delle imprese.

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