Studi di settore, per gli uffici vita sempre dura in Cassazione
Pubblicato il 18 settembre 2006
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– sentenza 17229 del 28 luglio 2006 – chiarisce, attraverso la conferma dei limiti nell’applicazione dello strumento di controllo rappresentato dagli studi di settore, la portata dell’automatismo accertativo, ritenendo priva di pregio la doglianza dell’Amministrazione finanziaria ricorrente laddove essa, nel ribadire la validità delle presunzioni, s’è limitata a riaffermare che gli studi utilizzati riguarderebbero la specifica realtà nella quale si inserisce l’azienda. , per nulla d’accordo, ha invece affermato che gli studi, in quanto aventi “natura di atti amministrativi generali di organizzazione” non possono essere considerati sufficienti a che l’ufficio operi l’accertamento senza che l’attività istruttoria amministrativa sia completata nel rispetto del principio generale del giusto procedimento. A che, cioè, al contribuente sia consentito, ancor prima di adire il giudice tributario, vincere la “mera praesumptio hominis” rappresentata dagli studi.
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