Studi di settore con esclusione a ostacoli
Pubblicato il 29 gennaio 2007
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Domani partirà edizione del Convegno Telefisco, in cui esperti dell’agenzia delle Entrate forniranno precisazioni su alcuni argomenti poco chiari della materia. Tra questi un ruolo determinante avranno gli studi di settore e le cause di esclusione. Già in Unico 2007 si amplia la platea dei soggetti cui si applicano gli studi di settore, dato che ridotto drasticamente i casi in cui operano le cause di esclusione dall’applicazione degli studi introducendo la variabile della prosecuzione dell’attività. Lo scopo della nuova norma è quello di legare l’applicazione degli studi di settore a un elemento oggettivo (la continuità dell’attività) da intendersi svincolato rispetto all’elemento soggettivo (l’Impresa). L’inizio dell’attività nel corso del periodo d’imposta resta un caso di esclusione dall’applicazione dello studio di settore, a cui si aggiunge quello in cui tra cessazione e riapertura dell’attività in capo allo stesso soggetto decorrano almeno 6 mesi e che la nuova attività non sia una pura prosecuzione di attività svolta da altri soggetti. Dunque, la causa di esclusione vale solo se la cessazione dell’attività non è seguita dalla ripresa della medesima attività entro sei mesi.
Le modifiche apportate dalla Finanziaria 2007 alle cause di esclusione dall’applicazione degli studi di settore, generano qualche dubbio interpretativo se applicate alle cosiddette operazioni straordinarie d’impresa. Le perplessità derivano dalle diverse norme di decorrenza.
- ItaliaOggi7, p. 17 – Studi di settore, il fisco al tappeto – Tasini
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