Spetta solo al paziente decidere la cura a cui sottoporsi
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 18 settembre 2009
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Con la sentenza n. 8560 del 2009, il Tar del Lazio si è pronunciato sul ricorso presentato dal “Movimento difesa del Cittadino” contro l'ordinanza con cui il ministro Sacconi, all'epoca del caso Eluana Englaro, aveva statuito l'illegittimità della sospensione di idratazione e alimentazione artificiali nelle strutture ospedaliere. I giudici regionali, in particolare, dopo essersi dichiarati incompetenti sul caso, per difetto di giurisdizione, hanno comunque spiegato che “I pazienti in stato vegetativo permanente, che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti”. Spetta al paziente, continua il Tar, la pretesa, costituzionalmente garantita, di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, “spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi”.
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