Solo il “radicamento” può separare i redditi

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L’agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 165 del 22 giugno 2009, precisa che la disapplicazione della norma Cfc - Controlled foreign company - è consentita solo con l’effettivo radicamento dell’impresa nel territorio della black-list. Si spiega che non è possibile dimostrare l’effettivo svolgimento dell’attività commerciale nel Paese black-list se la gestione della società estera è realizzata attraverso persone e strutture che risiedono in un altro Stato. Nella risoluzione è trattato il caso di una società residente ad Hong Kong controllata da una società italiana che chiede la disapplicazione della norma sulle Cfc. L’Agenzia, rilevando la presenza negli organi di amministrazione di persone non residenti nel paese estero, l’utilizzo per lo svolgimento dell’attività di strutture localizzate in altri paesi e il fatto che la controllata non dispone di un autonomo centro strategico e decisionale nel territorio di Hong Kong, nega la disapplicazione. Alla società italiana non resta che dichiarare per trasparenza i redditi prodotti dalla partecipata secondo l’articolo 167 del Tuir.
Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 39 – Controllate estere, a ostacoli la disapplicazione delle Cfc - Stroppa

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