Si al sequestro dei beni societari se l’ex amministratore è indagato per peculato

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Con sentenza n. 15933 depositata il 16 aprile 2015, la Corte di Cassazione ha confermato la misura del sequestro disposta dal Gip sui beni di una società concessionaria del servizio di riscossione tributi, emessa nell’ambito del procedimento penale a carico dell’amministratore di fatto della società medesima, indagato per concorso in peculato.

Quest’ultimo, in particolare, lamentava come in realtà, al momento della concessione della predetta misura cautelare, si fosse già da tempo dimesso da qualunque carica societaria, difettando dunque il periculum in mora circa la reiterazione del reato.

In proposito, ha innanzitutto rilevato la Corte, come non sussiste, a carico dell’amministratore indagato, alcuna legittimazione a chiedere la revisione della misura cautelare, dal momento che lo stesso riferiva di essersi formalmente dimesso da qualunque carica societaria al momento in cui la misura veniva irrogata.

Non sussiste inoltre – come invece lamentato dal ricorrente – alcun vizio di motivazione nel provvedimento impugnato circa la proporzionalità della misura irrogata, atteso che l’ordinanza in contestazione ha confermato quanto già congruamente argomentato dal Tribunale, circa la effettiva utilizzazione, da parte dell’indagato, di fondi pubblici per far fronte alle difficoltà personali e societarie .

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