Niente Irap per il legale ospite di altro studio
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 10 ottobre 2013
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La Sezione tributaria civile della Cassazione, con la sentenza n. 22941 depositata il 9 ottobre 2013, ha accolto il ricorso presentato da un avvocato contro la decisione con cui la Commissione tributaria regionale aveva ritenuto legittima una cartella di pagamento relativa all'imposta Irap a lui notificata.
I giudici di legittimità, dopo aver ricordato come sia esclusa l'applicazione dell'imposta soltanto qualora si tratti di attività non autonomamente organizzata, secondo l'accertamento riservato al giudice di merito ed insidancabile in sede di legittimità, hanno evidenziato che, nella specie, la motivazione della sentenza impugnata non consentiva di individuare i fatti ritenuti rilevanti in ordine alla affermata imposizione dell'Irap; non erano stati evidenziati, ossia, gli elementi considerati o i presupposti della decisione, impedendo ogni controllo sul percorso logico-argomentativo seguito per la formazione del convincimento del giudice.
In particolare, a fronte delle doglianze avanzate dalla difesa del professionista relativamente alla mancanza di una propria struttura, alla mancanza di dipendenti, alla utilizzazione di modesti beni strumentali, nonché alla affermazione di avere usufruito della struttura organizzativa e dell'ospitalità di altro studio legale, la motivazione – ha evidenziato la Corte – si era mostrata insufficiente e non congruamente motivata.
- Il Sole 24Ore – Norme e Tributi, p. 31 - Non paga l'Irap l'avvocato che si appoggia al collega – Ambrosi
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