Liti “tenaci” sui dividendi

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L’agenzia delle Entrate, con la circolare n. 39 del 27 giugno 2007, accoglie l’orientamento della Cassazione in merito alle operazioni di divident washing effettuate fino 1992 invitando gli uffici a non abbandonare il contenzioso e ad invocare la nullità dei contratti da cui è scaturito lo stacco delle cedole e il credito d’imposta. Dal 10 novembre 1992, ovvero con il Dl 372/92, l’acquisto di azioni con cedole in seguito alla rivendita dopo l’incasso del dividendo ha perso parte del suo contenuto elusivo che derivava, per il cessionario del titolo, dall’utilizzo del credito d’imposta sugli utili distribuiti durante l’operazione. Conseguentemente ad alcune pronunce giurisprudenziali di quegli anni, l’Agenzia aveva emesso la circolare 87 del cui riteneva di dover abbandonare gli accertamenti tranne che nei casi di operazioni del tutto fittizie, ma le nuove sentenze della Cassazione sulla questione segnano la riapertura dei giochi anche per le Entrate.  

Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 48 – Dividend washing, il fisco attacca - Felicioni

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