Legge di Bilancio 2024, si torna a Quota 103: a quali condizioni?

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Nel testo del disegno di legge di Bilancio 2024 che arriva in Parlamento lunedì 30 ottobre 2023, come dichiarato da Giorgia Meloni, dovrebbe tornare Quota 103: un’ulteriore marcia indietro sulle pensioni, dunque, dopo la bozza in circolazione nei giorni scorsi che indicava invece in Quota 104 il meccanismo dei requisiti di accesso al prepensionamento messo nero su bianco anche nei comunicati di Palazzo Chigi e del Mef (si veda a tale proposito l’articolo “Quota 104: finestra mobile più lunga e assegno ridotto”).

Quota 103: requisiti e limiti

Di fatto, i nuovi requisiti e i limiti previsti per accedere a Quota 103 appaiono talmente stringenti da rendere praticamente inaccessibile l’accesso al prepensionamento per tre ordini di fattori.

Vediamo quali

Sistema contributivo

Innanzitutto, chi andrà in pensione nel 2024 con 62 anni di età e 41 di contributi riceverà la pensione interamente calcolata con il sistema contributivo.

Addio quindi al criterio di calcolo misto, cioè in parte con la regola retributiva (per le anzianità fino al 31 dicembre 1995, eventualmente estese fino al 31 dicembre 2011) e in parte con la regola contributiva: tutta la pensione sarà calcolata soltanto con la regola contributiva, con evidente svantaggio sull’assegno mensile.

Il limite d'importo

In secondo luogo cambia il limite d'importo massimo di pensione erogabile durante gli anni di prepensionamento.

Contro il limite di Quota 104, pari a cinque volte il minimo Inps (quindi circa 2.840 euro), i futuri beneficiari di Quota 103 potranno contare al massimo su circa 2.272 euro, ovvero l’importo pari a quattro volte il trattamento minimo Inps, fino al compimento dei 67 anni.

Le finestre

Il terzo punto riguarda le finestre, che nel 2024 saranno di sette mesi per i lavoratori del privato e di nove mesi per i dipendenti pubblici.