L’agevolazione sugli edifici storici solo agli immobili patrimonio dell’impresa

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La sentenza della Cassazione 26343 del 16 dicembre 2009 offre lo spunto per la riflessione sull’annoso tira e molla tra Fisco e imprese circa l’agevolazione inerente agli immobili di interesse storico-artistico che, secondo la sentenza in oggetto, è applicabile solo in relazione agli immobili patrimonio (ex articolo 90, comma 1 del Tuir) e non anche agli immobili oggetto di attività d’impresa.

La norma agevola gli immobili storico-artistici vincolati per gli alti costi di manutenzione rispetto agli immobili non vincolati, ma la distinzione che si fa con la pronuncia è che si tratta di “una ratio che non avrebbe senso rispetto ai redditi di impresa che sono determinati sulla base dei ricavi conseguiti in contrapposizione ai correlativi costi, costi che invece sono indeducibili rispetto ai redditi fondiari”.

La valutazione che ne deriva è che si voglia per questioni di gettito per l’Erario spingere verso una limitazione delle agevolazioni che finiscono per cumularsi con altre per le imprese. Il diniego del cumulo non regge, però, in considerazione del fatto che in molti casi il Fisco permette al contribuente di cumulare i benefici fiscali.

Inoltre, la norma dell’articolo 11, comma 2 della legge 413/91, prevede che “in ogni caso” il reddito degli immobili vincolati deve essere agevolato. E, allora, perché sia le Entrate che la giurisprudenza in tante occasioni tentano di porre dei paletti ad una norma che appare chiara?
Anche in
  • Il Sole 24 Ore – Norme e tributi, p. 6 – Una raffica di interpretazioni – G. Gav.
  • Il Sole 24 Ore – Norme e tributi, p. 6 – Meno sconti sugli edifici storici – Chirichigno, Gavelli
  • Il Sole 24 Ore – Norme e tributi, p. 6 – Non ha senso limitare una norma che è chiara – Busani

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