La rapina è consumata anche se i Carabinieri recuperano la refurtiva
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 29 settembre 2010
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Con sentenza n. 35006 del 28 settembre 2010, la Cassazione ha rigettato il ricorso avanzato da un uomo avverso la decisione con cui i giudici di merito lo avevano condannato per rapina aggravata, violazione di domicilio, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato ai danni di una società.
L'imputato lamentava che il fatto contestato come rapina era stato erroneamente considerato come reato consumato mentre, in realtà, avrebbe dovuto essere configurato come tentativo di rapina impropria in quanto, nello svolgimento dei fatti, lo stesso non aveva ancora completato la sottrazione della cosa e sicuramente non se ne era impossessato stante il continuo controllo della sua azione da parte della vittima, prima, e dei Carabinieri, poi.
Per contro, i giudici di Cassazione hanno ritenuto corretta dal punto di vista logico e giuridico la conclusione formulata dai giudici di merito: “il pieno impossessamento si era già verificato e solo con l'inseguimento dei Carabinieri poteva essere recuperato quanto sottratto nei locali della società”; inoltre – continua la Corte – non poteva sostenersi un controllo continuo sulle azioni del ricorrente “poiché si era trattata di una mera segnalazione da parte di una persona che evidentemente aveva sentito i rumori, ma non aveva controllato pienamente i movimenti del ladro”.
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