La GdF scova i pirati del mattone

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Grazie alla collaborazione sempre più stretta tra alcuni reparti della Guardia di Finanza e i comandi territoriali, oggi la lotta all’evasione fiscale sta ottenendo successi sempre più grandi e puntuali. Sono soprattutto i reparti speciali (con a capo il generale Lucio Macchia), che si dividono in tre comandi, a formare in sostanza la spina dorsale dell’attività di analisi ed elaborazione delle Fiamme Gialle. Il frutto di quest’attività è un incessante e reciproco scambio di conoscenze proprio tra i reparti speciali e i reparti territoriali (agenzie fiscali, Dia, alti commissariati) che per la prima volta utilizzano in modo scientifico e razionale le esperienze maturate nei singoli contesti operativi. L’altro strumento di accesso diretto per è l’Anagrafe tributaria: i dati custoditi da Sogei consentono alla GdF di predisporre liste di contribuenti da sottoporre a verifica, con risconti positivi ormai quasi nel 100% dei casi. Per esempio nell’ambito dell’inchiesta sulle imprese edili, che hanno effettuato lavori con l’obiettivo della detrazione Irpef del 36-41%, è stato possibile risalire a 310 imprese che non avevano neppure presentato la dichiarazione Iva, benchè avessero fatturato regolarmente i lavori. Dagli altri progetti portati a termine, invece, è stato comunque accertato oltre un miliardo di redditi nascosti e 213 milioni di Iva evasa, senza contare 6mila lavoratori in nero scoperti.

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