Kit e immigrati, non c’è reato
Pubblicato il 17 marzo 2006
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Quasi 500mila immigrati, in fila agli sportelli postali abilitati, hanno tentato di piazzarsi tra i primi 170mila per il riconoscimento della residenza e del posto di lavoro, quindi per la regolarizzazione. Però, quelli tra loro che non ce la faranno, riconosciuti clandestini, non avranno commesso reato, ma illecito amministrativo. Il professor Ennio Codini, titolare di Istituzioni di diritto pubblico all’università Cattolica di Milano, esperto della Fondazione Ismu, dunque osservatore privilegiato, rassicura: “...l’ingresso e il soggiorno irregolare sono, salvo casi particolari, un semplice illecito amministrativo.”. E precisa: “Sono semmai i datori di lavoro degli immigrati irregolari che, in quanto tali, commettono un reato”.
Intanto, decine di disservizi sul sistema postale adottato per il ritiro dei kit e la loro successiva consegna sono stati segnalati alla redazione online di Stranieri in Italia, i cui esperti legali hanno consigliato l’invio a Poste italiane di una lettera di reclamo, utilizzando un modello, disponibile presso tutti gli uffici postali, da spedire con raccomandata A/R.
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