Iva auto, il miraggio dei rimborsi
Pubblicato il 19 marzo 2007
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La procedura messa a punto dal Governo per il rimborso dell’Iva sulle auto non detratta richiede la presentazione di un’apposita istanza, con esiti finali ben diversi da quelli sperati dai contribuenti. A meno di un mese dal 16 aprile, termine per la presentazione dell’istanza, intorno all’intera operazione – ma il discorso vale anche per il nuovo regime fiscale sui veicoli aziendali, introdotto dal Dl 262/06 – sta, infatti, crescendo il malcontento di imprese, lavoratori autonomi e dei loro consulenti. Le restituzioni non supereranno i 4 miliardi di euro rispetto ai 17,2 miliardi inizialmente quantificati dall’Economia per rimborsare quattro annualità di Iva, dopo la condanna della Corte Ue. Tutto ciò perchè l’operazione appare così macchinosa che molti sembrano disposti a rinunciare al rimborso, accusando il ministero dell’Economia di aver intenzionalmente escogitato un sistema così complicato da indurre i potenziali interessati a desistere. Più volte, infatti, si è sottolineato al riguardo l’esistenza di un vero e proprio paradosso: a fronte di un rimborso incerto (non si sa come e quando verranno restituiti gli importi dovuti), e per certi aspetti “impossibile” (anche per i tempi sempre più stretti), i contribuenti stanno già pagando il prezzo del nuovo regime fiscale sulle imposte dirette, visto che i costi delle auto aziendali ai fini Ires, Irpef e Irap sono ora completamente indeducibili (o comunque sono stati ridotti i tetti di deducibilità). Fino a ricordare, poi, la stretta che ha colpito da gennaio anche le auto concesse in benefit ai dipendenti.
L’aspetto che preoccupa di più di tutta la vicenda del nuovo regime fiscale delle auto è che sul versante Iva, la detrazione dovrebbe fermarsi al solito 40%, anche se dal canto loro le imprese non hanno più alcuno sconto sulle imposte dirette e sull’Irap e anche i lavoratori autonomi hanno perso parte dei precedenti benefici. Cioè, di fronte ad una minore Iva che sarà pagata dal contribuente accrescerà l’aggravio in termini di imposte dirette ed imposta regionale. Tale situazione rischia di colpire chiunque con effetti pesantissimi, se il Governo non si affretterà a mantenere l’impegno preso con , di rivedere regole e limiti di deducibilità dei costi delle auto per le imposte dirette.
Oltre alle difficoltà legate alla riduzione del 40% della percentuale di detrazione non si possono, poi, tacere neanche le difficoltà di compilazione e di calcolo che in alcuni casi potrebbero portare ad una scarsa convenienza nella presentazione dell’istanza. In particolare, si devono segnalare i seguenti aspetti critici:
- gli acquisti vanno suddivisi in quattro voci analitiche (acquisti, carburante, manutenzione, altre spese);
- per ogni voce di acquisto occorre ricostruire il numero dei documenti originali;
- le cessioni di auto nel periodo interessato dal rimborso creano debito di imposta;
- si deve calcolare le maggiori imposte dirette “dovute” sul rimborso;
- è necessario, prima che arrivi il rimborso, pagare i compensi professionali a chi presta assistenza per la redazione dell’istanza.
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