IV conferenza sulla vigilanza nel lavoro. Cambia l'approccio ispettivo ma non deve cambiare il rispetto della legalità delle parti datoriali

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L’occasione è stata, ieri, la IV conferenza nazionale sulla vigilanza in materia di lavoro. Vi si è detto che l'attività di vigilanza per la salvaguardia dei lavoratori deve tener conto della novità intervenuta con la manovra di Ferragosto (Decreto legge n. 138 del 2011, entrato in vigore il 13 agosto), all’ articolo 8 sul «sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità».

In quell’articolo di Legge si interviene sulla contrattazione, prevedendo che i contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda, possano realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, all'emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all'avvio di nuove attività. La norma specifica che tali intese possono riguardare la regolazione delle materie sull'organizzazione del lavoro e della produzione. Chiarisce infine che le disposizioni contenute in contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra le parti sociali, sono efficaci nei confronti di tutto il personale delle unità produttive cui il contratto stesso si riferisce, purché approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori.

Ma, soprattutto, il comma 2 dell’articolo attribuisce alla contrattazione collettiva il potere di derogare a gran parte delle norme sul lavoro, compreso l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sulla tutela dei licenziamenti. Una delega alla contrattazione amplissima e senza criteri direttivi.

Nel convegno di studi – alla presenza del ministro del welfare Maurizio Sacconi, secondo cui è importante che l'azione sia prevalentemente diretta verso le «violazioni sostanziali» e le condizioni di irregolarità che riguardano alcuni ambiti produttivi del Paese - si è precisato che le intese raggiunte fra l'azienda e le associazioni di rappresentanza del personale su mansioni, orario di lavoro e incremento salariale potranno cambiare l'approccio ispettivo, ma non intaccare il necessario rispetto della legalità delle parti datoriali.
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