Investimenti pubblicitari incrementali, nuove Faq. Pagamento con ogni mezzo
Pubblicato il 04 ottobre 2018
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Sono state aggiornate, al 3 ottobre 2018, le Faq sul credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali.
Sul sito internet del dipartimento per l’Informazione e l’Editoria nella pagina dedicata al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali, non poche novità sono spiegate nelle Faq:
- invio e sottoscrizione della comunicazione di accesso all’agevolazione;
- individuazione dell’esercizio di imputazione delle spese pubblicitarie;
- modalità di pagamento delle fatture;
- importo da considerare per il credito d’imposta;
- trattamento fiscale del bonus;
- non cumulabilità del tax credit con altre agevolazioni;
- investimenti pubblicitari sulle testate digitali.
Imputazione delle spese pubblicitarie per competenza
Stante che le spese si considerano sostenute secondo quanto previsto dall’articolo 109 del Testo unico delle imposte sui redditi di cui al D.P.R. n. 917/1986, per l’individuazione dell’esercizio di sostenimento della spesa pubblicitaria, trova applicazione il principio di competenza, in base al quale: “i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti e le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni stesse sono ultimate”.
Pertanto, i costi relativi a prestazioni di servizio sono, ai sensi del citato articolo, di competenza dell’esercizio in cui le prestazioni medesime sono ultimate, senza che abbia rilievo alcuno il momento in cui viene emessa la relativa fattura o viene effettuato il pagamento.
Investimenti pubblicitari sulle testate digitali
Per l’applicazione del credito d’imposta per investimenti effettuati su testate digitali, non assumono rilevanza i requisiti di carattere tecnico e commerciale che la legge (articolo 7, commi 1 e 4, Dlgs 70/2017) prevede per l’ammissione di tali testate al “contributo pubblico diretto”: il richiamo all'articolo 7 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70, contenuto nell'articolo 3 del Regolamento, deve essere inteso in un senso più generale di richiamo alla nozione positiva di editoria online, ma non di richiamo all'applicazione – ai fini del “bonus” fiscale - di requisiti e condizioni che rispondono a logiche e criteri del tutto differenti.
Regole, espresse e non, dettano la linea
La norma:
- non specifica le modalità di pagamento delle fatture relative agli investimenti agevolabili, pertanto consente di pagare con qualsiasi mezzo;
- espressamente esclude dalle spese agevolabili le spese accessorie, i costi di intermediazione e ogni altra spesa diversa dall’acquisto dello spazio pubblicitario anche se ad esso funzionale o connessa, così, nel caso di Iva indetraibile, l’importo da considerare ai fini dell’agevolazione è costituito dall’ammontare complessivo della spesa pubblicitaria (imponibile + Iva);
- non dispone espressamente la non rilevanza del credito d’imposta ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap, così il credito concorre alla formazione della base imponibile ai fini delle suddette imposte.
- eDotto.com - Edicola del 27 settembre 2018 - Tax credit pubblicità. Istanza senza documenti allegati - G. Lupoi
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