Il leasing infragruppo finisce censurato dall’abuso di diritto

Ancora una volta l’abuso del diritto è al centro di una sentenza, la n. 8481 del 2009, emessa dalla Cassazione. I giudici risolvono la questione esaminata spiegando che “il contratto di leasing di beni ammortizzabili stipulato tra due società del medesimo gruppo realizza un abuso di diritto tributario”, il cui fondamento risiede nell’articolo 53 della Costituzione. In realtà la questione riguardava un sale and lease back. Gli autori dell’articolo non concordano con la decisione ponendo l’attenzione su questioni sia sostanziali che procedurali.

Dal punto di vista sostanziale il giudizio:

- nega gli effetti fiscali del leasing infragruppo mediante l’attribuzione al gruppo di una sorta di natura unitaria tributaria;

- non considera che un’operazione di sale and lease back produce la deduzione di ammortamenti in capo al concedente e di canoni in capo all’utilizzatore, nonché l’imposizione di una plusvalenza in capo al venditore e canoni in capo al concedente;

- non considera che l’operazione è imponibile ai fini del Registro e delle imposte ipocatastali;

- non considera che il contratto di leasing può essere utilizzato anche solo per la maggiore flessibilità rispetto alla localizzazione commerciale poichè permette il diritto di riscatto a fine locazione.

Dal punto di vista procedurale si evidenzia che l’abuso del diritto è fatto derivare dai giudici dall’articolo 53 della Costituzione, ma il principio non si concilia con un sistema quale quello dell’imposizione diretta in cui, negli anni dell’accertamento, la legge dettava la norma antielusiva fissandone i limiti di operatività che non comprendevano il caso di specie.

Sulla questione spinosa dell’abuso di diritto l’Ordine dei commercialisti di Roma incentra il seminario “Abuso del diritto: de jure condito o de jure condendo?” che si terrà oggi, nella sede dell'Ordine, nell’ambito della formazione professionale continua.