I patti di quota lite dividono anche i legali tedeschi

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Nei giorni scorsi si è tenuto, a Loveno di Menaggio (Como), il quinto seminario degli avvocati italiani e tedeschi organizzato dal sindacato nazionale degli avvocati tedeschi e dall'Ordine forense di Milano. Si è dibattuto, in particolare, riguardo i “patti di quota lite”, la cui nuova disciplina debutterà in Germania dal 1° luglio 2008. Nell'ordinamento tedesco, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale federale del dicembre 2006 che aveva giudicato come illegittimo il divieto assoluto di compenso in base al risultato, si è giunti ad una modifica del paragrafo 49 della legge professionale. E' ora prevista la possibilità, per le sole persone fisiche, di regolare per iscritto un compenso basato sul risultato o di sottoscrivere un vero e proprio patto di quota lite. Hans-Jochem Mayer ha spiegato, in particolare, che al patto possono fare riferimento le persone fisiche con consistenti risorse patrimoniali ma anche coloro che, superando di poco il livello reddituale che dà diritto al gratuito patrocinio, non potrebbero altrimenti adire le vie legali. In Germania, infatti, chi perde la causa si sobbarca anche tutte le spese della controparte. Gli avvocati tedeschi, in realtà, sono divisi tra chi vede il rischio di dequalificazione professionale e chi, invece, reputa i patti una grande opportunità per gli studi che agiscono come imprese. In proposito, Teodoro Monaco, avvocato di Roma, sottolinea l'esistenza in Italia di studi che agiscono come imprese ma che, non essendo qualificati come tali, non possono detrarre costi o beneficiare dei relativi incentivi.
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