I fondi pensione devono diversificare l’analisi del rischio
Pubblicato il 03 gennaio 2008
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Nel suo intervento, il presidente della Covip, Luigi Scimìa, affronta il tema degli investimenti dei fondi pensione, sostenendo l’assoluta necessità di una revisione del decreto 703/1996, sia per il tempo trascorso dall’emanazione provvedimento, sia per la notevole evoluzione avutasi tanto nel settore della previdenza complementare, quanto in quello relativo alla gestione del risparmio. In particolare, Scimìa sottolinea il fatto che la scelta centrata sul “VaR”, quale unico strumento di controllo del rischio da parte dei fondi pensione, indurrebbe a considerare aprioristicamente adeguati strumenti in realtà insoddisfacenti rispetto alla specificità delle singole gestioni, deresponsabilizzando gli stessi operatori nell’individuazione del modello più idoneo. D’altronde, lo stesso Fondo monetario internazionale ha rilevato che, il ricorso da parte di tutti gli operatori a strumenti analoghi di controllo del rischio incrementa il livello di rischiosità del sistema, in quanto, soprattutto in periodi di turbolenza, uniforma i comportamenti di reazione, amplificando la volatilità dei mercati. Il ministero dell’Economia ha avviato una procedura di consultazione su un documento contenente le linee sulle quali si potrà basare la revisione del decreto 703/1996.
- Il Sole – 24 Ore, p. 26 – I fondi pensione devono diversificare l’analisi del rischio - Scimìa
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