I coefficienti di ricarico al posto degli studi di settore rendono nullo l’accertamento
Autore: Roberta Moscioni
Pubblicato il 26 settembre 2011
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La Ctp di Alessandria, con la sentenza n. 74/3/11, chiarisce che nell’ambito di un accertamento svolto nel settore della ristorazione, non è possibile determinare i presunti pasti somministrati solo sulla base del consumo di bevande. L’accertamento fondato sulle “percentuali di ricarico” deve basarsi su presunzioni qualificate, cioè gravi, precise e concordanti.
Inoltre, se il contribuente nei confronti del quale è stato eseguito l’accertamento è risultato congruo agli studi di settore e lo scostamento tra i ricavi dichiarati e quelli accertati dall’ufficio non è significativo, l’accertamento non può ritenersi convincete.
Per i giudici provinciali, si devono considerare più significativi i calcoli statistici che derivano dallo studio di settore piuttosto che l’applicazione dei coefficienti di ricarico in base ai consumi effettuati, dato che questi ultimi rappresentano dati empirici, che spesso vengono approssimati per difetto.
Dunque, data la maggiore affidabilità oggettiva dello strumento degli studi di settore che l’ufficio ha a disposizione, è illegittimo che lo stesso ufficio ne disattenda gli esiti per dare valore ad una tecnica ricostruttiva che presenta un margine di errore anche piuttosto alto, fondandosi su un calcolo approssimativo.
- Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 4 - Il consumo delle bevande non è sufficiente per la rettifica - Acierno
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