Giudici di pace: nuovo sciopero proclamato da UNAGIPA e ANGDP
Pubblicato il 19 settembre 2019
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I giudici di pace appartenenti alle associazioni UNAGIPA e ANGDP hanno proclamato una prossima astensione dalle udienze civili e penali e dalle altre attività di loro competenza.
Lo sciopero è previsto per i giorni dal 1° al 14 ottobre 2019 ed è stato disposto in adesione a quello già proclamato dal Coordinamento Magistratura Giustizia di Pace, Magip, lo scorso luglio.
La categoria lamenta di non aver ricevuto riscontro alle proprie istanze, da parte di Governo e ministro della Giustizia, per quanto concerne la più volte annunciata riforma della magistratura onoraria.
Ddl di riforma: misure insufficienti
I giudici di pace, nella lettera di proclamazione dello sciopero datata 17 settembre, ribadiscono di non essere soddisfatti dell’approvazione, nel corso del Consiglio dei Ministri del 20 maggio 2019, dello schema di Ddl di modifica della c.d. riforma Orlando, con cui non sarebbe stato “recepito” il chiaro e inequivocabile input relativo alla necessità di una completa modifica di quest’ultima riforma.
Le misure varate nel disegno di legge, a detta dei Gdp, si riassumono in:
- un'inadeguata indennità annuale garantita (che - lamentano - sarebbe addirittura inferiore a quella prevista per i navigator);
- nella impossibilità di continuare a lavorare a tempo pieno se non a cottimo;
- nella negazione in radice dei diritti previdenziali ed assistenziali;
- nella negazione del pagamento mensile dello stipendio/indennità a tutt’oggi previsto per i giudici di pace tramite il sistema NOIPA, essendo i redditi equiparati a quelli del lavoro dipendente;
- nell’inquadramento della magistratura di pace nel sistema NOIPA del MEF con qualifica manuale senza tredicesima;
- nella negazione di misure ordinamentali idonee a conferire dignità alla categoria (come, esemplificativamente, quella inerente ai trasferimenti ammessi solamente per incompatibilità e per esigenze dei fruitori della Legge n. 104/92, o la mancata previsione della gradualità delle sanzioni in caso di procedimento disciplinare).
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il nuovo Governo e le forze Parlamentari vengono quindi invitate dalle scriventi associazioni “a procedere celermente nell’esame del DDL e di fare propri gli emendamenti suggeriti dai Giudici di pace e dai colleghi Giudici onorari di tribunale e Vice procuratori onorari, superando le aberrazioni e le contraddizioni della legge Orlando le cui logiche squisitamente punitive e discriminatorie sono già state censurate in sede sovranazionale , ma delineando una normativa finalmente compatibile con le norme comunitarie in tema di lavoro, ponendosi peraltro in contrasto le norme licenziate dal Ministro Bonafede con norme costituzionali e della convenzione EDU poste a tutela dei beni primari inalienabili e di superiori principi comuni delle Costituzioni europee”.
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