Fornero: “Siamo partiti con il piede giusto”. Sindacati: “Parti sociali trattate come alunni”. Nulla sull'articolo 18

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Si è avviato, ieri a Palazzo Chigi, il confronto ufficiale tra Governo, parti sociali (Cgil, Cisl, Uil), Confindustria e Rete Imprese Italia, sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, dalla revisione dei contratti al sistema della cassa integrazione. Una stretta conserverebbe la sola Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cig) e i sussidi di disoccupazione, con indennità risarcitorie nei casi di licenziamento.

Nell’occasione ufficiale di ieri, il Ministro Fornero ha letto i cinque punti oggetto dell’incontro, sui quali tuttavia intende ragionare ancora: tipologie contrattuali, formazione-apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali e servizi all’impiego. L’elenco preordinato non è, però, piaciuto alle parti sociali, che per ora fanno muro intorno al metodo basato sulle scelte unilaterali del Governo circa l’apertura di tavoli tematici come questo primo. Dicono, infatti, che la definizione delle soluzioni “deve essere il prodotto di un confronto negoziale vero”.

Da par sua, il Ministro sostiene: “siamo partiti con il piede giusto” e “li ho trovati dialoganti”.

Le proposte avanzate dal titolare del dicastero sono, in estrema sintesi, le seguenti:

- le formule flessibili dovranno costare di più alla parte datoriale;
- la stabilizzazione di personale a tempo determinato verrà incoraggiata con agevolazioni contributive che saranno legate anche ai percorsi di apprendimento effettuati.

L'obiettivo é un contratto unico, con tutele meno accentuate nella fase di ingresso che, però, per i sindacati costituirebbe “un attacco mirato all'apprendistato”, che essi vorrebbero altrimenti incentivato, assieme all’inserimento.

Aggiunge il Ministro Corrado Passera che il restyling delle misure di sostegno al reddito poggia su due pilastri: un aiuto per le crisi temporanee e un aiuto per quanti perdono il posto di lavoro. Nel primo caso, è appunto ipotizzato un ricorso “limitatissimo” alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, ridotto nelle circostanze in cui si possa riprendere il lavoro rapidamente, superando, di fatto, l'attuale meccanismo di erogazione di Cigs e cassa in deroga; tutte le restanti forme di ammortizzatore riguarderebbero interventi dopo il licenziamento e consisterebbero, come accennato, in una indennità risarcitoria.

Anche qui, le parti sociali han protestato: “non si può superare la cassa integrazione straordinaria”.

Non si è proferito sull’articolo 18.

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