È estorsione minacciare al lavoratore il licenziamento per applicare trattamenti inferiori a quelli stabiliti dal contratto e dalla legge
Pubblicato il 22 marzo 2013
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Commette il reato di estorsione il datore di lavoro che, minacciando il licenziamento, costringe i lavoratori a lavorare “in nero”, senza coperture previdenziali e con retribuzioni in misura non proporzionale all’attività svolta. In tale modo, infatti, il datore di lavoro consegue un ingiusto profitto consistente nella riduzione del costo del lavoro e arreca altresì un danno tanto ai lavoratori quanto all’ente previdenziale, perché entrambi risultano destinatari di emolumenti inferiori a quelli stabiliti dalla legge e dal contratto.
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