Emergenza Casse: l'avvocato andrà in pensione a 70 anni

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La riforma della Cassa forense, la cui approvazione è prevista per il 19 settembre, sancisce un innalzamento della pensione di vecchiaia fino a settanta anni ed un aumento della contribuzione obbligatoria di quattro punti percentuali, con l'introduzione di un versamento di tipo modulare. In particolare, in tema di versamenti previdenziali, le aliquote sono state innalzate di almeno quattro punti percentuali: il contributo soggettivo di base passa dal 12% al 13%; il contributo integrativo raddoppia dal 2% al 4% mentre il contributo di solidarietà per i pensionati passa dal 4% al 5%. La maggiore novità, mutuata dalla riforma della Cassa dei veterinari, è la contribuzione flessibile, una forma di previdenza complementare, collegata alla quota di base, il cui contributo “modulare” obbligatorio è dell'1%; a tale versamento può essere aggiunto un contributo volontario dall'1% fino al 9%. Relativamente alla pensione di vecchiaia, la soglia verrà progressivamente elevata fino ad arrivare, nel 2027, a 70 anni. Aumentati da 58 a 62 anni, anche i limiti per il trattamento di anzianità, con un minimo di contribuzione di 40 anni. Si prevede l'eliminazione della pensione minima che verrà sostituita dall'integrazione al minimo, a condizione che il reddito dell'iscritto e del coniuge non raggiunga il tetto pari al triplo del minimo. Sono destinati progressivamente a scomparire anche i supplementi di pensione. Il presidente della Cassa, Paolo Rosa, sottolinea la modernità e la flessibilità di una riforma che renderà sicuro il sistema per almeno 50 anni.

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