Dichiarazione dei redditi errata, non sempre può essere corretta
Pubblicato il 30 novembre 2019
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Dichiarazione dei redditi errata? Gli errori non sempre si possono correggere. Infatti, in caso di compilazione del modello Redditi da parte del contribuente, o dell’intermediario abilitato, gli eventuali errori rilevati possono essere corretti con una dichiarazione integrativa esclusivamente su errori materiali, formali e di calcolo che siano chiaramente identificabili. Dunque, non è emendabile la dichiarazione dei redditi con la quale il contribuente si è adeguato agli studi di settore.
A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31237 del 29 novembre 2019. Nel caso di specie una Srl aveva ricevuto una cartella di pagamento per il recupero Ires, Iva e Irap. L'atto era scattato in seguito a una liquidazione automatica basata sulla dichiarazione dei redditi. L'impresa si era difesa sostenendo che l'adeguamento agli studi di settore esposto dal Commercialista era un errore. Se in prima battuta il giudice ha annullato la pretesa fiscale, la Corte d’Appello poi, e la Corte di Cassazione in seguito, hanno ribaltato il verdetto.
Dichiarazione dei redditi errata, la decisione della Suprema Corte
La Suprema Corte parte dall’assunto che la dichiarazione dei redditi, da un punto di vista strettamente giuridico, deve essere considerata una mera dichiarazione di scienza da parte del contribuente stesso. Di conseguenza, almeno in linea teorica, sarebbe sempre modificabile o emendabile nel caso ci si trovasse di fronte a errori che espongano il contribuente al pagamento di tributi maggiori. D'altra parte, però, il Supremo Collegio evidenzia come, all'interno della stessa dichiarazione dei redditi, il contribuente possa operare delle vere e proprie scelte in linea con quanto deciso dal legislatore in merito ad agevolazioni, detrazioni, deduzioni o compensazioni fiscali.
Quindi, laddove il contribuente esprimesse, all'interno della dichiarazione, la propria volontà di aderire o usufruire di qualche particolare beneficio fiscale, si ci trova di fronte ad un vero e proprio atto negoziale. Come tale, questo atto è irretrattabile, anche in caso di errore, a meno che il contribuente stesso dimostri che questo fosse conosciuto o conoscibile dalla Pubblica Amministrazione.
Pertanto, secondo la Cassazione, la dichiarazione dei redditi può essere emendata solo in presenza di veri e propri errori materiali o anche formali, come ad esempio errori di calcolo, erronea liquidazione degli importi oppure l'esatta individuazione della voce del modello da compilare nella quale collocare la posta contabile.
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