Dall'assegno bancario all'accertamento Iva

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La Corte di cassazione, con la sentenza n. 22875 depositata lo scorso 3 novembre 2011, ha ritenuto legittimo un accertamento Iva spiccato dal Fisco nei confronti di un lavoratore autonomo sulla base di alcune copie di assegni a lui intestati rinvenute nel corso di verifiche effettuate dalla Guardia di finanza presso un'azienda cliente.

La qualità dell'astrattezza cartolare che connota l'assegno bancario - si legge nel testo della decisione – rileva rispetto alla sua circolazione ed alle eccezioni opponibili dal debitore al portatore, non escludendo, tuttavia, “che la dizione di un assegno costituisca, ai fini della prova per presunzioni, un fatto noto, idoneo a rappresentare un trasferimento di ricchezza dall'emittente al prenditore”. Da tale fatto noto può essere desunto, nel giudizio di merito, il fatto ignoto allegato da una delle parti del processo.
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