COVID-19. Il mini lockdown divide l’Italia in tre zone
Pubblicato il 05 novembre 2020
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Il DPCM 3 novembre 2020 è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, la n. 275 del 4 novembre 2020 - Suppl. Ordinario n. 41, e sarà in vigore dal 6 novembre al 3 dicembre 2020.
Il Presidente del Consiglio, Conte, in conferenza stampa ha descritto le misure del parziale lockdown che divide l’Italia in tre zone:
- area rossa, che presenta lo scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto;
- area arancione, in cui lo scenario presenta elevata gravità e un livello di rischio alto;
- area gialla, che avrà le restrizioni base valide in tutto il territorio.
Un’ordinanza del Ministro della Salute, in via di pubblicazione, colloca per 15 giorni da rinnovare le Regioni nelle rispettive aree:
- sono “rosse” Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta;
- sono “arancioni” Puglia e Sicilia.
Da una Regione all’altra e da un Comune all’altro gli spostamenti sono vietati sia per le zone rosse che per quelle arancioni. Nelle aree rosse vietati gli spostamenti anche all’interno dei comuni.
In tutta Italia dalle 22 alle 5 del mattino per uscire ci vorrà l’autocertificazione.
Tra le chiusure: per bar e ristoranti è consentito l’asporto fino alle 22 e le consegne a domicilio senza limite di orario, sia nella rossa che nell’arancione.
Nell’ampia zona gialla per bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie restano le regole già in atto: apertura dalle 5 alle 18.
Quanto al decreto Ristori bis, il presidente Conte annuncia che il Consiglio dei Ministri è già al lavoro sul nuovo decreto che erogherà prontamente ulteriori indennizzi: “Punteremo a erogare i benefici direttamente sui conti correnti degli operatori economici direttamente colpiti da queste misure tramite l’Agenzia delle Entrate”.
Annunciato l’impegno anche per l’estensione dei congedi parentali.
COVID-19. Decreto ristori bis
Il ministero dell’Economia è al lavoro. La disponibilità di 1,5-2 miliardi potrebbe essere aumentata da un nuovo scostamento.
Tra gli aiuti fiscali e contributivi per chi è costretto a chiudere c’è da pensare al saldo Imu, al credito d’imposta sugli affitti di ottobre-dicembre e alla sospensione dei contributi per i dipendenti.
L’incognita Tari è nuovamente presente, visto che i comuni non possono deliberare più perché hanno chiuso i bilanci il 30 ottobre: l’aiuto può arrivare solo dallo Stato.
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