Confindustria e Cndcec. Documento “Imprese e commercialisti per un Fisco più semplice”
Pubblicato il 10 ottobre 2019
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Confindustria e il Cndcec, a Roma nel corso di un evento, hanno presentato un documento con oltre 50 proposte di razionalizzazione per snellire il sistema tributario.
“Imprese e commercialisti per un Fisco più semplice” è una mappatura, tributo per tributo, adempimento per adempimento, delle azioni più urgenti da compiere sulla strada della razionalizzazione. Individuato nello Statuto dei diritti del contribuente il “miglior antidoto ai mali del nostro Fisco”.
Nella premessa del documento, rivolto alla politica, si legge il motivo della collaborazione: “Il nostro osservatorio, animato da imprese e professionisti, ci consente, infatti, di essere testimoni diretti delle piccole e grandi imperfezioni che rendono il sistema fiscale complesso e, talvolta, disorganico. Ne derivano proposte, dal marcato carattere pratico, che hanno l’ambizione di contribuire a creare un contesto più certo e lineare ove operare”.
Francesca Mariotti, direttore politiche fiscali Confindustria, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, delegati all’area fiscalità del Cndcec hanno illustrato il lavoro: "L’attuale sistema di prelievo è frutto di una stratificazione – non sempre ordinata e razionale – delle norme nel tempo, che hanno reso il sistema più complesso, meno organico e che, nei diversi ambiti di applicazione dei tributi, evocano la necessità di una revisione".
Le direttrici fondamentali trattate nel documento sono tre.
La semplificazione normativa: occorrono norme lineari, di facile interpretazione e applicazione. I passaggi obbligati di questo percorso consistono nella rimozione di alcune distorsioni strutturali (introdotte da preoccupazioni antielusive o esigenze di gettito) che rendono l’ordinamento opaco e di difficile lettura nei suoi obiettivi e nel coordinamento tra le diverse discipline di imposta e tra i diversi comparti dell’ordinamento.
La semplificazione degli adempimenti (o operativa): è evidente la necessità di porre rimedio ad alcune criticità particolarmente evidenti nell’operatività dei sostituti di imposta e nel settore Iva, ove sovrapposizioni e ripetizioni di adempimenti, talvolta anche anacronistici in ragione dell’evolversi della regolamentazione o della tecnologia, complicano la gestione delle imprese nonché degli studi professionali dei commercialisti.
La garanzia di un rapporto equilibrato tra Fisco e contribuenti, nell’ambito del quale si coniughino con equilibrio l’interesse pubblico e il dinamismo dell’impresa, valorizzando gli istituti della cooperazione e del controllo del rischio fiscale e garantendo la certezza del diritto e la proporzionalità della risposta sanzionatoria.
Tra i partecipanti all’incontro Giovanni Spalletta, direttore legislazione tributaria del dipartimento delle Finanze del Mef, che ha dato già le prime risposte in merito ad alcune delle proposte.
Confindustria e Cndcec. “Imprese e commercialisti per un Fisco più semplice”. Risposte del Mef
Ecco già alcune repliche del direttore legislazione tributaria del dipartimento delle Finanze del Mef, durante l’incontro con Confindustria e Cndcec, per la presentazione del documento.
Esterometro annuale: “un esterometro annuale non è in linea con le esigenze di rapidità d’intervento per il contrasto all’evasione e la lotta alle frodi, ma una semestralizzazione ci potrebbe stare”.
Soppressione split payment, alla luce dell’introduzione della fattura elettronica: l’autorizzazione è in scadenza, ma niente soppressione: “Occorrerà chiederne un’altra, ha avuto risultati brillantissimi in termini di recupero di gettito da evasione blanda, quindi bisogna tenere conto degli aspetti finanziari. Ci sono parecchi scenari aperti, i rimborsi prioritari non sono sufficienti, ci si può lavorare”.
Il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, focalizza l’attenzione sulla necessità di dare la possibilità “alle imprese di convivere pacificamente col Fisco di oggi, nel rispetto dello Statuto del contribuente”.
Il presidente del Cndcec, Massimo Miani, si augura che il documento “rappresenti soltanto il primo passo di un percorso più articolato che consenta di riallacciare le fila di progetti, più incisivi e lungimiranti, di revisione complessiva della disciplina dei singoli tributi e della struttura dell’intero sistema fiscale”.
Per il segretario della Commissione Finanze del Senato, Andrea De Bertoldi, si deve puntare ad “elevare lo Statuto del contribuente a norma di rango costituzionale”.
Confindustria e Cndcec. “Imprese e commercialisti per un Fisco più semplice”. Le proposte sono dettagliate
Si va dall’ambito Iva e imposte indirette a quello Ires e reddito d’impresa; da quello relativo a Irpef e sostituiti d’imposta a quello dei tributi locali. Spazio anche all’accertamento, al contenzioso ed alla riscossione.
Alcune proposte nel documento:
- il ripristino della disciplina del recupero dell’Iva relativa a crediti inesigibili oggetto di procedure concorsuali, sin dall’avvio della procedura concorsuale senza dover attendere la conclusione infruttuosa della stessa;
- estendere a tutto il primo anno di applicazione la moratoria delle sanzioni sull’e-fattura, con una maggiore flessibilità sul termine di emissione della fattura elettronica fissandolo al dodicesimo giorno del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione;
- estensione ai tributi locali del ravvedimento operoso valevole per i tributi statali;
- rafforzare lo strumento dell’autotutela, fissando un termine entro il quale il Fisco sia tenuto a pronunciarsi con un atto motivato;
- innalzare, nella compensazione di imposta in presenza di ruoli, la soglia di preclusione a ruoli di ammontare superiore a 5.000 euro;
- abolire della sospensione di 30 giorni in cui l’agenzia delle Entrate può effettuare controlli sull’utilizzo di crediti in compensazione nel modello F24.
In particolare, per la prassi spesso in contrasto con principi di logica giuridica, le contromisure proposte sono: acquiescenza parziale, dell’obbligo generalizzato di contraddittorio preventivo e di comunicazione della chiusura di una verifica anche in caso di suo esito negativo, nonché una razionalizzazione della disciplina degli avvisi bonari.
Sul tema sanzioni, è auspicabile una tax governance sempre più orientata alla prevenzione dei rischi di natura fiscale, corredata da un ripensamento della reazione sanzionatoria che appare, in specifici casi, sproporzionata rispetto alla condotta perseguita.
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