Commercialisti. Iscrizione all'elenco dei revisori degli enti locali e critiche al nuovo Codice antimafia
Pubblicato il 13 novembre 2015
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Con nota informativa n. 92 del'11 novembre 2015, il Cndcec pubblica l'avviso approvato dal ministero dell'Interno riguardante l’iscrizione nell’elenco dei revisori dei conti degli enti locali, per l'anno 2016, che interessa sia i nuovi iscritti che coloro già presenti.
In forza del regolamento approvato con decreto del ministro dell’Interno 15 febbraio 2012, n. 23, a decorrere dal 3 novembre 2015, i soggetti già iscritti nell’elenco dei revisori dei conti degli enti locali devono dimostrare il permanere dei requisiti, a pena di cancellazione dall’elenco.
Sempre dal 3 novembre 2015, i soggetti interessati possono, se in possesso dei richiesti requisiti, presentare domanda per l’inserimento nel predetto elenco dei revisori
In entrambi i casi il termine per la presentazione delle domande è il 16 dicembre 2015, ore 18,30; le istanze devono essere inoltrate, esclusivamente per via telematica con la compilazione di apposito modello, all’indirizzo: www.finanzalocale.interno.it , cliccando sul link: “Elenco revisori enti locali”, acquisendo preliminarmente la password.
A seguito di tale procedura di iscrizione, i soggetti sono tenuti a versare, entro il 30 aprile 2016, un contributo annuo pari a 25 euro.
Nuovo Codice antimafia: no dipendenti di Invitalia come amministratori giudiziari
Sono giunte immediatamente le critiche del Consiglio nazionale dei commercialisti sulle modifiche varate in materia di Codice antimafia, testo che due giorni fa è stato licenziato dalla Camera e ora passa all’esame del Senato.
Sono dure le parole dei commercialisti: “La lotta alla mafia che oggi si fa solo con le misure di prevenzione patrimoniale, è una cosa seria e come tale va affrontata. Le molte, forse troppe, proposte di legge presentate e l’effetto “Palermo” hanno prodotto, però, modifiche lacunose e punitive per gli attori coinvolti nel processo di gestione.”.
Per il presidente del Consiglio nazionale, Gerardo Longobardi, è assurdo che l'incarico di amministratore giudiziario di aziende di straordinario interesse socio-economico venga affidato ai dipendenti della società Invitalia.
La funzione di amministratore giudiziario deve essere svolta da un professionista qualificato (commercialista o avvocato) e non può coincidere con un dipendente pubblico e/o di una società partecipata, ancorché competente, anche per i possibili conflitti di interesse che potrebbero configurarsi.
Allo stesso modo, continua Longobardi, risulta assurdo prevedere una norma che disponga un tetto massimo di tre incarichi per i professionisti chiamati a gestire i beni sequestrati e confiscati.
- eDotto.com – Edicola 28 ottobre 2015 - Commercialisti. Esonero per l'esame scritto e iscrizione per revisori di enti locali – Pichirallo
- eDotto.com – Edicola 3 novembre 2015 - Amministratori giudiziari beni confiscati alla criminalità, linee guida dal Cndcec – G. Lupoi
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