Cndcec, terzo settore in nome della trasparenza

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E' definita “passaggio epocale verso la riorganizzazione dell’intero movimento No profit italiano” la legge delega di riforma del Terzo settore nella nota Cndcec del 20 marzo 2015.

La nota è del consigliere Sandro Santi, della neo nata Commissione non profit del consiglio nazionale, ed accompagna alcune proposte emendative inviate alla XII Commissione affari sociali della Camera.

Dalla riforma ci si aspetta la creazione di un sistema di norme coordinate e funzionali allo sviluppo del settore, che superi gli attuali eccessi e sovrapposizioni.

Dai commercialisti italiani, da sempre coinvolti in problematiche di gestione e amministrazione degli Enti in oggetto, l'auspicio dell'istituzione di strumenti di rendicontazione e controllo (“un obbligo morale, prima ancora che normativo”), la predisposizione del documento comunemente definito “relazione di missione”, un sistema di controllo interno articolato sul modello del collegio sindacale e un organo di controllo per la verifica del rispetto effettivo delle finalità sociali.

Sulla tenuta di un “Registro unico del Terzo settore”, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, già nel testo del ddl ad opera di un emendamento approvato, si ricorda che il Registro delle imprese delle Camere di commercio fornisce già le adeguate garanzie di funzionalità e trasparenza.

Pertanto, la proposta è di introdurre condizioni agevolative in termini di costo per il deposito degli atti degli enti privati del Terzo settore, così da ridurre i costi complessivi della tenuta del Registro delle imprese e scongiurare quelli per la tenuta di una struttura nuova.
Links Anche in
  • ItaliaOggi, p. 29 - Commercialisti, controlli centrali per il non profit

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