C’è un tempo per tutto, anche per l’intermittenza
Pubblicato il 28 settembre 2017
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Clemente è un lavoratore intermittente. Assomiglia proprio a una di quelle insegne lampeggianti che indicano la farmacia di turno o che illuminano a intervalli regolari le notti insonni del poliziotto nei film d’oltreoceano. Ogni tanto la luce si accende e Clemente lavora; quando si spegne, il tempo da libero diventa schiavo di un’attesa, quella di una nuova chiamata.
E così sono passati gli anni della giovinezza. Ma un giorno Clemente compie 25 anni e la ditta in cui lavorava saltuariamente come aiuto-meccanico lo mette alla porta. Per tale motivo, il dipendente a chiamata bussa alla porta del consulente del lavoro della ditta per ottenere qualche spiegazione.
“Per il sistema lavorativo italiano non può continuare a lavorare con questa tipologia contrattuale – taglia corto il professionista – il job on call nel suo caso specifico non può proseguire oltre i 25 anni di età” (artt. 13-18 del D.lgs. 81/2015 e Regio Decreto del 6 dicembre 1923, n. 2657).
“Ma come?!? Sento ripetere continuamente che c’è la crisi e che bisogna incentivare il lavoro giovanile e poi è precluso il lavoro a un venticinquenne? – esplode Clemente con scarsa benevolenza – Non mi fermo qui, è una questione di giustizia, vedrà che in tribunale otterrò il dovuto riconoscimento dei miei sacrosanti diritti!”.
“Mi spiace deluderla, ma la questione è già stata affrontata financo a livello europeo. I giudici hanno stabilito che non c’è alcuna discriminazione in base all’età e il contratto a chiamata risponde a specifiche esigenze di flessibilità e duttilità delle imprese. (Corte Europea di Giustizia, decisione C-143/16 del 19 luglio 2017) – replica senza alcuna titubanza il consulente – A mortificare le sue ingenue aspirazioni di giustizia sono state proprio le toghe a cui lei voleva rivolgersi… Purtroppo è storia antica, il massimo dell’ingiustizia consiste nel sembrare giusto senza esserlo” (“La Repubblica”, Platone).
Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza
Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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