Cannabis, coltivazione illecita

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Ieri, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno posto fine al contrasto giurisprudenziale formatosi negli ultimi anni in ordine alla coltivazione e detenzione della cannabis. La sentenza n. 28606, infatti, ha stabilito che tutte le coltivazioni di marijuana non autorizzate sono vietate, anche se realizzate per la destinazione del prodotto ad uso personale, in quanto “è impossibile determinare ex ante la potenzialità drogante ricavabile dalla coltivazione, così da rendere ipotetiche e comunque meno affidabili le valutazioni in merito alla destinazione della droga all’uso personale piuttosto che alla cessione”. Sempre secondo il Collegio esteso, il legislatore (v. riforma al DPR 309/90) ha voluto attribuire alla condotta della coltivazione “comunque e sempre rilevanza penale, quali che siano le caratteristiche della coltivazione e quale che sia il principio attivo ricavabile dalle parti delle piante stupefacenti”. Il giudice dovrà pertanto valutare nel caso concreto se la condotta dell’agente sia idonea ad offendere il bene giuridico protetto ovvero sia in concreto inoffensiva.

Nello stesso giorno, la sesta sezione della Suprema Corte (sentenza n. 28720) ha annullato con rinvio la condanna di un adepto alla religione rastafariana, per essere stato sorpreso con un etto e mezzo si marijuana in macchina, in quanto “secondo le notizie relative alle caratteristiche comportamentali degli adepti di tale religione di origine ebraica, la marijuana non è utilizzata solo come erba medicinale, ma anche come erba meditativa”.
Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 34 – In carcere per fumo. Rasta esclusi – Alberici

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