Azioni collettive di gruppi di consumatori dell’UE
Pubblicato il 25 novembre 2020
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Il Parlamento europeo ha definitivamente approvato, il 24 novembre 2020, una direttiva in tema di class action che ha come obiettivo quello di migliorare il funzionamento del mercato interno ponendo fine a pratiche illegali e facilitando l'accesso alla giustizia per i consumatori.
Difesa collettiva dei diritti dei consumatori europei
La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla relativa pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea mentre gli Stati membri avranno 24 mesi per recepire le nuove disposizioni nel loro diritto nazionale, e di ulteriori 6 mesi per applicarla.
Attraverso le nuove previsioni – si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito dell’Istituzione europea - sarà possibile, per gruppi di consumatori dell’Unione europea, intraprendere azioni collettive.
Viene, in particolare, introdotto un modello armonizzato di azione rappresentativa europea grazie al quale i consumatori saranno protetti dai danni collettivi e dal rischio di azioni legali abusive.
Azioni collettive tramite associazioni dei consumatori
Gli Stati membri saranno tenuti ad instaurare almeno un meccanismo procedurale per permettere agli enti legittimati, ossia associazioni di consumatori o organismi pubblici, di intentare azioni rappresentative di natura inibitoria o risarcitoria.
Si prevede, a seguire, che l’avvio di azioni giudiziarie transfrontaliere sia subordinato al rispetto degli stessi criteri in tutta l’Unione da parte degli enti legittimati.
Questi ultimi dovranno dar prova di stabilità e di poter rispondere della propria attività pubblica, dimostrando anche l’assenza di scopo di lucro.
Con riferimento alle azioni nazionali, gli enti dovranno rispettare i criteri previsti dalla normativa nazionale.
“Chi perde paga” a tutela degli abusi di azioni legali
Le nuove regole – si legge ancora nella nota stampa - sono volte a scongiurare influenze esterne o l’insorgere di conflitti di interesse, nonché a salvaguardare da azioni legali abusive tramite il principio del “chi perde paga”: la parte soccombente sarà tenuta a rimborsare alla parte vittoriosa le spese legali sostenute.
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