Ambiente in pericolo, c’è il carcere

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Il disegno di legge recante le disposizioni concernenti i delitti contro l’ambiente,  realizzato in sinergia dai ministri dell’Ambiente e della Giustizia, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Pertanto nel Codice Penale viene inserito il Titolo VI-bis dei delitti contro l’ambiente, che sanziona reati ambientali di particolare gravità come disastri ambientali, traffici di materiali radioattivi o nucleari, di rifiuti illeciti ma che punisce anche reati minori o strumentali agli ecoilleciti, come la frode ambientale o l’impedimento al controllo. I nuovi reati sono puniti essenzialmente a titolo di dolo, ma anche a titolo di colpa, con pene ridotte della metà. Per quasi tutti i reati sono previsti reclusione, da sei mesi a dieci anni, e multa, fino a 250.000 euro, in proporzione al danno prodotto; previste anche pene accessorie e talvolta confisca di mezzi e strumenti. L’esecuzione della bonifica, il recupero e, se possibile, il ripristino dello stato dei luoghi è a carico del condannato. Il ddl contiene provvedimenti specifici contro i delitti ambientali in forma organizzata, per i quali le pene sono aumentate, fino alla metà nel caso delle “ecomafie”.

 

Il Governo è delegato ad adottare decreti legislativi per il riordino e l’integrazione delle disposizioni di legge concernenti illeciti in materia di difesa dell’ambiente, nonché la previsione di una procedura di estinzione agevolata delle violazioni contravvenzionali ed amministrative in materia di ambiente. 

Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 34 – Ambiente in pericolo, c’è il carcere – Saturno

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