Al Registro il bollo spiazza l’online
Pubblicato il 21 novembre 2006
Condividi l'articolo:
In contraddizione con l’invito rivolto da Luigi Nicolais, ministro per le Riforme e l’innovazione nella pubblica amministrazione, di “cominciare a vietare il cartaceo per ridurre la burocrazia per il cittadino”, al Registro imprese l’imposta di bollo condanna 3,5 milioni di ditte individuali (oltre il 50% degli iscritti all’anagrafe delle 103 Camere di commercio) a restare aggrappate alla carta per il deposito degli atti. Avviene mentre dal 1° novembre 2003 gli atti delle società viaggiano solo online o su supporto informatico per obbligo di legge, con un ritmo di oltre due milioni di iscrizioni l’anno. La tariffa fiscale per le imprese individuali è quella ufficiale, fissata dal decreto dell’Economia numero 127 del 17 maggio 2002. Così, per presentare agli sportelli delle Camere di Commercio (in acronimo “CdC”), su carta, domande di iscrizione, modifica e cancellazione all’Albo delle imprese artigiane, si paga un’imposta di 14,62 euro. Per la medesima operazione effettuata inviando online i documenti, la spesa aumenta a 42 euro, quasi tre volte oltre. Questo sbalzo di tariffa rischia di vedere inattuata ancora per lungo tempo la facoltà di invio telematico delle istanze al Registro.
Ricevi GRATIS la nostra newsletter
Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.
Richiedila subitoCondividi l'articolo: