L'Irap "dimentica" le imprese in crisi

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Il dl 106/05 sull'acconto Irap - "Gazzetta Ufficiale" n. 139 del 17 giugno 2005 - trascura gli effetti economici e finanziari che derivano dall'aver previsto in una norma di non poter determinare l'acconto Irap secondo il metodo previsionale. Per evitare il calo di gettito che potrebbe provenire da chi, immaginando una bocciatura europea del tributo, eviterà di versare sin da subito l'acconto per il 2005, si penalizzano, in sostanza, i soggetti in difficoltà: saranno svantaggiati quanti sono contemporaneamente i più provati dalla crisi e nel cui tax rate l'Irap pesa in maniera più rilevante; prime fra tutte le imprese industriali.

 

Inoltre, il nuovo dl manifesta un mancato coordinamento legislativo del quale soffrono soprattutto le società con esercizio a cavallo o quelle che hanno già versato.

 

Assonime, con circolare n. 34 del 17.6.2005, prova a chiarire i contorni della materia, sottolineando che i soggetti passivi dell'Irap, al fine di eliminare le sanzioni sull'obbligo di acconto per il 2005, non possono invocare situazioni di incertezza, rilevante agli effetti dello Statuto del contribuente. Ancora, ricordando la disapplicazione delle norme che regolano la riduzione delle sanzioni (ravvedimento operoso ed acquiescenza alle comunicazioni di iscrizione a ruolo dovuta a seguito di controlli automatici ex art. 36-bis del dpr n. 600/73), Assonime segnala che le restrizioni introdotte dal dl non riguardano la possibilità di versare entro il trentesimo giorno che segue quello in cui scade il termine ordinario, applicando la maggiorazione dello 0,40%, a titolo di interesse.

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