La previdenza complementare
Autore: Rossella Quintavalle
Pubblicato il 26 novembre 2013
La previdenza complementare ha lo scopo di assicurare, in aggiunta alla pensione garantita dal sistema obbligatorio, un’ulteriore rendita in modo da garantire migliori condizioni di vita ai pensionati ed in particolar modo a coloro che potranno beneficiare in futuro della pensione calcolata con il meno conveniente metodo di calcolo “contributivo”. I contributi versati ad un Fondo di previdenza complementare sono investiti in maniera prudenziale, in strumenti finanziari (azioni, titoli di Stato e altri titoli obbligazionari, quote di fondi comuni di investimento) che producono nel tempo rendimenti variabili in funzione dell’andamento dei mercati e delle scelte di gestione.
La scelta di adesione a forme di previdenza complementare (negoziali, aperte o individuali) è volontaria. Il lavoratore è sempre libero di lasciare il proprio TFR presso le casse del datore di lavoro il quale, con una forza lavoro di almeno 50 unità, è obbligato a riversarlo al Fondo di tesoreria dello stato gestito dall’Inps, finanziato da un contributo pari alla quota di cui all’articolo 2120 del codice civile maturata da ciascun lavoratore e non destinata alle forme pensionistiche complementari. Il TFR versato a questo Fondo viene amministrato con le identiche modalità con le quali è gestito dal datore di lavoro.
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