La Cassa dei dottori commercialisti aggiorna i coefficienti

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Alle pensioni dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che decorrono dal 1° maggio sono applicati i nuovi coefficienti di trasformazione derivanti dalla riforma previdenziale del 2004, che ha introdotto, pro rata, il sistema di calcolo contributivo per le prestazioni.

Pertanto:

- per chi era già iscritto all'ente la pensione sarà suddivisa in due quote, una per i versamenti fino al 31 dicembre 2003, calcolata con il metodo retributivo, una per i successivi, calcolata con il regime contributivo;

- per gli iscritti dal 2004 il calcolo è solo con il metodo contributivo, con un tasso di sostituzione (il rapporto tra pensione e ultimo reddito) probabilmente inferiore al 50%.

L'aggiornamento rispecchia l'allungamento dell'aspettativa di vita: nel 2008 la delibera della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sul tema ha ricevuto l’approvazione dei Ministeri coinvolti. Il presidente della Cassa, Walter Anedda, in merito ha spiegato che si è voluto evitare che potesse sorgere un debito latente a carico dei giovani: “La ratio della modifica è mantenere una corrispondenza adeguata in termini di equivalenza attuariale tra contributi e prestazioni.... Poteva essere considerato iniquo un sistema di premialità indiretta nei confronti degli attuali pensionandi che, seppure legittimamente, già oggi usufruiscono delle generose regole concesse dal precedente sistema di calcolo retributivo”.

La ricaduta dell’applicazione dei nuovi coefficienti è l’abbassamento delle pensioni a seconda dell’età del pensionato, a partire dall’8% per chi va in pensione a 65 anni con 20 o 30mila euro di contributi maturati nel contributivo.

Intanto, alla Camera continua il percorso legislativo della mini riforma previdenziale per le Casse autonome dei professionisti, che ha appena incassato il voto favorevole di tutte le commissioni coinvolte. Il relatore Giuliano Cazzola si è detto favorevole ad una proposta di legge a firma Lo Presti che ha lo scopo di prevedere che “il contributo integrativo a carico degli iscritti alle Casse professionali (attualmente al 2% del fatturato lordo), sia autonomamente stabilito con apposite delibere di ciascuna Cassa, approvate dai ministeri vigilanti, nei limiti di un nuovo tetto, fissato al 5% del fatturato”. Il provvedimento in esame prevede l’utilizzo di parte del contributo integrativo per arricchire i montanti individuali, fermo restando l’uso del sistema di calcolo contributivo per le prestazioni.
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