La Calderone dà un giudizio negativo sulla riforma
Autore: Gioia Lupoi
Pubblicato il 07 aprile 2012
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È stata pubblicata sul sito del ministero del Lavoro la versione definitiva del Ddl recante "disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita", varato dal Governo e trasmesso alle Camere per l’iter legislativo, assieme alla relazione illustrativa. In quest’ultima si puntualizzano le finalità dell’intervento: ribadire e valorizzare il contratto di lavoro a tempo indeterminato come “contratto dominante” ovvero forma comune del rapporto di lavoro; ridistribuire più equamente le tutele dell’impiego, riconducendo nell’alveo di usi propri i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e adeguando la disciplina del licenziamento individuale per alcuni specifici motivi oggettivi alle esigenze dettate dal mutato contesto di riferimento; rendere più efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive a contorno; contrastare usi elusivi di obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali esistenti.
Giudizio nettamente negativo è stato espresso dai consulenti del lavoro, nella persona della presidente Calderone attraverso una lettera inviata al Corriere della sera ed un’intervista apparsa sulle pagine del Sole 24 Ore. La riforma Fornero è tacciata di poca flessibilità, con la tendenza all'irrigidimento, e presenta alcuni errori tecnici. L'esito di una razionalizzazione e semplificazione “è una nuova e più potente burocratizzazione degli adempimenti, una rincorsa al formalismo e perciò alle sanzioni, che poi sono tutt'altro che formali”.
Non c’è traccia del vero problema del mercato del lavoro: il costo eccessivo del rapporto di lavoro. L’abuso dei contratti flessibili parte da lì. Il lavoro, scrive la presidente dei consulenti, costa il 115% in più rispetto al salario netto spettante al lavoratore. Inoltre, le assunzioni sono frenate dai limitati periodi di prova inseriti nei Ccnl. Altra necessità sarebbe quella di strutturare le agevolazioni per le imprese che assumono, specialmente in caso di assunzioni di donne (nella riforma è prevista l’agevolazione per un solo anno).
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