“In house” comunali sempre con Iva

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Nella risoluzione 37/E di ieri, istante – che gestisce servizi telematici e informatici per un Comune ed opera nella veste di società comunale “in house” - ritiene di non possedere una diversa soggettività rispetto all’ente comunale che l’ha istituita e che la partecipa integralmente, neppure di svolgere attività di natura commerciale.

La qualificazione giuridica di società “in house providing” rientra nella materia degli appalti pubblici di cui all’articolo 113, comma 5, n. 3, del decreto legislativo 267/2000: le società “in house” possono venire assimilate ad enti pubblici, ma ciò non è applicabile alla materia tributaria (un precedente in tal senso: la risoluzione agenziale 129 del 2006). Il che impone alla Srl l’assoggettamento ad Imposta sul valore aggiunto delle prestazioni di servizio rese al Comune.

Nell’altra risoluzione emanata dalle Entrate in eguale data, la numero 35, è trattato il caso di un parziale rimborso di spese sanitarie ottenuto da in dipendente del ministero dell’Economia ed erogato dal relativo fondo di previdenza. Rispetto ad esso, l’Amministrazione delle finanze chiarisce i casi di detrazione e le modalità dichiarative delle spese sanitarie sostenute dal cittadino contribuente e, poi, rimborsate dai Fondi d’assistenza o dalle assicurazioni.

Le entrate che alimentano il Fondo non vengono fatte oggetto di tassazione in capo agli iscritti e, non potendo detrarre l’onere non effettivamente sostenuto, il dipendente non può detrarre le spese rimborsate dal Fondo.

Allegati Anche in
  • ItaliaOggi, p. 44 – Spese sanitarie, rimborsi indetraibili

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