CdM: varata la stabilità

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Il CdM approva la legge di stabilità. Ne dà notizia con il comunicato stampa n. 49 del 9 ottobre 2012. A fronte dell’aumento dell’Iva, del riordino di alcune agevolazioni e della tassazione di redditi non tassati in precedenza, scatterà il primo (timido) taglio dell’Irpef.

Se è vero, infatti, che i redditi da 0 a 15mila euro e da 15mila a 28mila euro trovano, nel testo della legge, la diminuzione di un punto percentuale delle prime due aliquote Irpef - che diventano 22 e 26 per cento dal 1° gennaio 2013 - è vero anche che:

- le aliquote Iva del 10 e del 21 per cento aumenteranno di un punto percentuale, arrivando rispettivamente all’11 e 22%;

- sulle pensioni di guerra e di invalidità si pagherà l’Irpef (per i redditi superiori ai 15mila euro);

- per i redditi superiori ai 15mila euro si introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 euro;

- saranno previsti tagli alla sanità, con un'ulteriore riduzione della spesa per l'acquisto di beni e servizi e dispositivi medici.

Ma le voci della manovra riguardano anche la "fase due" della spending review, la proroga della detassazione per la produttività, un fondo per gli esodati, i tempi di pagamento della pubblica amministrazione (30 giorni).

Torna in auge la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, da cui restano esclusi i titoli di Stato. Si tratta di una tassazione il cui imponibile è rappresentato dall'entità dell'operazione e non dall'utile. Dovrà essere stabilita dalla commissione europea, che in una bozza di un anno fa prevedeva un’aliquota dello 0,1% sulle azioni e le obbligazioni e dello 0,01% sui derivati. Infine, dovrà essere approvata da una maggioranza qualificata dell'Ecofin.

Se poi dovessero emergere risorse disponibili sarebbero utilizzate per finanziare misure finalizzate alla riduzione del cuneo fiscale e contributivo.

L’approvazione del CdM ha riguardato anche la riforma del titolo V della Costituzione, che riguarda i rapporti tra Stato e Regione; il motivo nelle parole del presidente Monti: “Il nostro governo si è dedicato al compito di prendere misure per accrescere la competitività dell'Italia e rimuovere alcuni impedimenti strutturali, ma abbiamo riscontrato che un ostacolo tra i molti risiede in alcuni particolarità istituzionali, in particolare alcuni aspetti del Titolo V della Costituzione”.
Allegati Links Anche in
  • ItaliaOggi, p. 24 - Detassazione della produttività, proroga con sorpresa - Cirioli
  • ItaliaOggi, p. 23 - Lavori pubblici? Se ci sono soldi - Galli

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