CdL, necessario creare nuova occupazione nel Mezzogiorno
Pubblicato il 25 ottobre 2019
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Più occupazione al Sud, accesso ai fondi UE per i professionisti, equo compenso e autonomia regionale differenziata: ecco i principali temi trattati il 23 ottobre 2019 a Roma tra la Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia.
CdL, più investimenti per maggiore occupazione al Sud
Per il CNO dei CdL è quanto mai urgente creare nuova occupazione nel Mezzogiorno attraverso investimenti mirati a impedire l’abbandono dei territori da parte di imprese e giovani talenti. A tal proposito è stata evidenziata la necessità di una regia unica a livello nazionale per quanto riguarda la gestione del sistema delle politiche del lavoro e del Reddito di Cittadinanza.
Inoltre, affermano i CdL, è fondamentale che l’annunciata autonomia differenziata non accentui il divario produttivo e occupazionale fra Nord e Sud del Paese. Il progetto portato avanti dal ministro Boccia, semmai, sostiene il CNO dei CdL, potrebbe essere l’occasione per provare a omogeneizzare su tutto il territorio nazionale la gestione delle politiche attive, i servizi per l’impiego e la sicurezza sul lavoro.
CdL, accesso ai fondi UE da parte dei liberi professionisti e equo compenso
Nel corso dell’incontro è stato poi affrontato il tema dell’accesso ai fondi europei da parte dei liberi professionisti. Sul punto, i CdL hanno chiesto maggiore apertura da parte delle Regioni dei bandi comunitari ai professionsti iscritti agli Ordini.
Infine, il tema dell’equo compenso. A circa due anni dall’introduzione dell’equo compenso per i professionisti, sostenuto proprio da Francesco Boccia, in qualità di Presidente della Commissione bilancio della Camera durante l’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2018, la piena affermazione di questo principio resta lontana.
Tuttavia alcune Regioni (Calabria, Puglia, Sicilia, Toscana, Lazio, Molise e Campania) hanno provveduto a emanare autonome normative in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professionali. Le stesse, seppur apprezzabili nell’intenzione e in molti casi anche in termini di contenuto, prevedono però livelli di tutela differenti.
Sul punto, il CNO dei Consulenti del Lavoro ha evidenziato la necessità di uniformare gli interventi normativi nelle diverse regioni. In particolare, si intende introdurre l’obbligo, per tutte le strutture regionali, enti strumentali e società controllate, “di prevedere negli atti relativi alle procedure di affidamento di incarichi che i compensi professionali siano determinati sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professioni e che gli stessi, così individuati, siano utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara”.
- edotto.com – Edicola del 19 settembre 2019 - Equo compenso per la professione forense: nuclei locali di monitoraggio al via – Pergolari
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