L'equo compenso tra manifestazioni Cup/Rpt e critiche da Confprofessioni
Pubblicato il 11 novembre 2017
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Il Cup (Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali) e Rpt (Rete delle Professioni Tecniche) hanno deciso di organizzare a Roma - 30 novembre 2017 dalle 9.30 alle 13.00 al Teatro Brancaccio, Via Merulana 244 - una manifestazione nazionale congiunta sull'equo compenso dei professionisti. Ne dà notizia la presidente Cup, Marina Calderone (appena confermata presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro per il triennio 2017-2020):
- con una missiva ai presidenti dei Consigli provinciali dell'Ordine, ai Consiglieri nazionali e al Collegio dei Revisori dei Conti;
- all'interno del sito sull'equo compenso (equocompenso.info) realizzato dal Cup e dalla Rpt.
Lavoro dignitoso
Obiettivo della manifestazione, cui parteciperanno anche i due Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, è far comprendere alla politica e alle istituzioni che il lavoro dignitoso non appartiene solo al mondo del lavoro subordinato, ma deve assolutamente includere anche i liberi professionisti, coloro i quali fanno del loro lavoro la fonte del lavoro per altre persone.
Sarà la risposta alle numerose amministrazioni pubbliche che ritengono che il lavoro dei professionisti si possa svalutare fino al punto di prevedere un compenso di un euro, riportando al centro del dibattito i valori costituzionali, che parlano di lavoro dignitoso e della possibilità di vivere un’esistenza libera e dignitosa con quel lavoro.
Confprofessioni, l'equo compenso nell'emendamento al dl fiscale
Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, critica il testo sull’equo compenso degli avvocati, riproposto come emendamento al decreto fiscale: "Così come riformulato nel decreto fiscale l’equo compenso non risolve i problemi degli avvocati e tanto meno quelli di tutti gli altri liberi professionisti".
Gli errori secondo Stella:
- riservare ad un’unica professione un provvedimento che interessa tutti i professionisti;
- l’impossibilità di prevedere delle deroghe anche con accordi scritti;
- l'esclusione della Pa.
Non avranno grossi problemi i grandi studi, che hanno le forze per negoziare adeguatamente le proprie parcelle, ma saranno in difficoltà i piccoli studi, che avrebbero bisogno di essere tutelati.
Sottolineata l'importanza di includere la Pa: "L'equo compenso è un tema di grande rilevanza sociale ed è sostenuto da tutto il comparto professionale, con i dovuti distinguo. Tenuto conto che la legislatura sta volgendo al termine, rischiamo di perdere una occasione per restituire dignità al lavoro professionale. Il decreto fiscale è forse l'ultima occasione per prevedere l'equo compenso per tutti i professionisti, ma è assolutamente necessario partire dai rapporti con la pubblica amministrazione.....L'introduzione di un equo compenso per la Pa è l'unica strada percorribile in questo scorcio di legislatura. In un'ottica di semplificazione e sburocratizzazione della macchina dello Stato l'equo compenso potrebbe risolvere molti problemi legati alla determinazione dei compensi derivanti dalla delega di competenze ai liberi professionisti, per semplificare la vita di imprese e cittadini e senza confliggere con l'ordinamento comunitario".
- eDotto.com - Edicola del 10 novembre 2017 - Legge di Bilancio: Confprofessioni chiede maggiore spazio ai professionisti - Schiavone
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