La pensione va pagata anche se la Cassa commette un errore

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Il caso affrontato dalla Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1659 depositata il 27 gennaio 2014, riguarda un errore commesso da una Cassa di previdenza privata la cui conseguenza è stata l'erogazione della pensione di anzianità 16 giorni prima del normale avvio. L'assicurato aveva inviato una comunicazione errata circa l'inizio della sua iscrizione. La Cassa si accorge dell'errore commesso venti anni dopo, quando la vedova dell'ormai defunto assicurato avvia l'istruttoria per la pensione di reversibilità. Alla donna non viene riconosciuto quanto le spetta, visto che il marito non aveva maturato i requisiti necessari.

I giudici di Cassazione, invece, riconoscono il diritto alla corresponsione della pensione di reversibilità, con l'aggiunta degli interessi. Si evidenzia nella decisione il dovere di diligenza che spetta anche alle Casse private, al pari di Inps e Inail espressamente indicati dalla legge, nei confronti dei loro iscritti. Queste hanno la gestione di un patrimonio altrui oltre alle competenze giuridiche necessarie e superiori a quelle dei propri assicurati. Spetta quindi innanzitutto all'Ente il controllo della situazione dell'assicurato, anche per prevenire comportamenti scorretti che potrebbero incidere sulla situazione finanziaria della stessa Cassa.
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