La consulenza non ha esclusive
Autore: eDotto
Pubblicato il 13 giugno 2008
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La Corte di Cassazione, con sentenza n. 15530 dell'11 giugno 2008, ha accolto il ricorso di un consulente del lavoro al quale era stata respinta la richiesta di pagamento del compenso per una serie di prestazioni effettuate in merito ad una cessione di azienda. I giudici di merito, precedentemente aditi, avevano ritenuto che le attività di consulenza aziendale svolte dal ricorrente - valutazione patrimoniale, studio sulla fattibilità dell'avvio di un'attività commerciale, redazione di un atto di transazione – non potessero essere compiute da un consulente di lavoro ma fossero di competenza esclusiva di commercialisti o ragionieri. Il Collegio di legittimità, sulla scorta di una pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 345 del 1995) secondo cui il sistema degli ordinamenti professionali dev'essere ispirato al principio di concorrenza e di interdisciplinariet, avendo la funzione di tutelare gli interessi di una società e non quelli di una categoria professionale, ha annullato le precedenti decisioni rinviando ad altra sezione di Corte di appello la pronuncia sul compenso. Secondo la Corte, salvo le attività espressamente riservate agli iscritti ad Albi (ad esempio assistenza in giudizio), per tutte le altre prestazioni di assistenza e consulenza vige il principio di libertà di lavoro autonomo o di libertà di impresa dei servizi.
- ItaliaOggi, p. 39 – Consulenze aziendali aperte – Alberici
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