Cndcec. Riforma ordinamento, Assemblea Presidenti aperta alla base
Pubblicato il 30 giugno 2018
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Partirà con l'incontro del Consiglio nazionale con tutti i presidenti degli Ordini territoriali l'Assemblea Cndcec del 4 luglio 2018. Al centro la proposta organica di riforma dell’ordinamento della professione (decreto legislativo 139 del 2005).
Praticantato, esame di Stato, assetto Ordini territoriali, meccanismi elettorali, competenze, specializzazioni e formazione tra i temi caldi.
Associazioni e iscritti all’Albo entreranno nella discussione nel pomeriggio.
Osservazioni sulla proposta di riforma
Alcuni Ordini, tra cui quello di Milano, hanno chiesto più tempo rispetto alla scadenza del 24 giugno 2018 per inviare osservazioni sulla bozza.
Spiega la presidente dell'Ordine di Milano, Marcella Caradonna: “giugno è un mese con tanti impegni e l’argomento molto importante. L’esigenza di cambiamento è condivisa da tutti, ma fondamentale è anche capire che professione si vuole per il futuro. Mercoledì si andrà per ascoltare, per capire la prospettiva più generale di questo intervento”.
Praticantato, tre anni come per i revisori legali
Sull'allungamento dai 18 mesi ai tre anni del praticantato, di cui due da svolgere in concomitanza con il biennio della laurea specialistica, si registra il sì di: Anc (Associazione nazionale commercialisti), l’Andoc (Associazione nazionale dottori commercialisti) e Unico (Unione italiana commercialisti).
Tra le proposte dalle sedi territoriali l'eliminazione della terza prova dell’esame di Stato, introducendo una prova sulle materie relative alla revisione legale per eliminare la necessità della quarta prova per l’iscrizione nel registro dei revisori legali.
Le richieste delle associazioni
Competenze ed esclusive sono nelle mire dell’Adc, l'Associazione dei dottori commercialisti.
Sull'ineleggibilità dopo due mandati punta l’Unione giovani dottori commercialisti.
L’Aidc - Associazione dottori commercialisti ed esperti contabili - batte sull'attribuzione al commercialista della funzione di incaricato di pubblico servizio.
Ordini territoriali accorpati?
In considerazione delle criticità evidenziatesi nel corso dei primi dieci anni di vita dell’Ordinamento, si valuta l’eventualità di prevedere una disciplina dei coordinamenti territoriali e quella di delegare le funzioni dei Consigli di disciplina locali ad organismi da costituirsi su base regionale o nell’ambito delle corti d’appello.
Altra ipotesi in campo è quella di prevedere l’obbligatorietà delle forme di collaborazione tra gli Ordini previste per la PA ai fini dell’organizzazione dei loro uffici.
Una riflessione è sollecitata anche sull'ipotesi di accorpamento degli Ordini con un numero di iscritti inferiore ad una certa soglia, con il vincolo di averne in ogni caso almeno uno per regione.
- eDotto.com - Edicola del 27 giugno 2018 - ANC e CNDCEC in audizione. Proposte sulla modifica dell'Ordinamento professionale - A. Lupoi
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