Dal 1° gennaio 2023 entrano in vigore alcune importanti novità per la gestione del rapporto di lavoro, contenute nella Legge di Bilancio 2023 approvata definitivamente dal Senato il 29 dicembre 2023 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale (Legge 29 dicembre 2022 n. 197, GU Serie Generale n.303 del 29-12-2022 - Suppl. Ordinario n. 43)
Di seguito se ne fornisce il quadro per imprese e professionisti.
Novità in materia di pensioni LEGGI
Novità in materia di agevolazioni contributive per l’occupazione LEGGI
I datori di lavoro, in fase di elaborazione della busta paga, dovranno riconoscere anche nel 2023 l'esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati.
Rispetto al 2022 però c'è una novità. Per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 infatti l'esonero è:
La retribuzione imponibile è parametrata su base mensile per tredici mensilità e i limiti di importo mensile sono maggiorati del rateo di tredicesima per la competenza del mese di dicembre.
L'esonero, che non si applica ai lavoratori domestici, è riconosciuto nell'invarianza dell'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Sono stanziate nuove risorse per l'introduzione di un'indennità di discontinuità.
Più nel dettaglio, sono incrementate di 60 milioni di euro per il 2023, di 6 milioni per il 2024 e di 8 milioni per il 2025 le risorse del Fondo per il sostegno economico temporaneo – SET per l’attuazione delle previsioni di cui all’articolo 2, comma 6, della legge delega in materia di spettacolo (legge 15 luglio 2022, n. 106).
La norma delega il Governo al riordino e alla revisione degli ammortizzatori sociali e delle indennità e all'introduzione di un'indennità di discontinuità, strutturale e permanente, in favore dei lavoratori a tempo determinato, dipendenti o autonomi, che prestino attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli nonché in favore dei lavoratori discontinui, dipendenti o autonomi, che prestino, nel settore dello spettacolo, altre attività a tempo determinato da individuarsi con decreto ministeriale.
Fino al 31 marzo 2023 il datore di lavoro, per i dipendenti, pubblici e privati, nelle condizioni di fragilità indicate con decreto del Ministro della salute di cui all'articolo 17, comma 2, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2022, n. 11), è tenuto ad assicurare lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l'adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definita dai contratti collettivi di lavoro in applicazione, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento.
Resta ferma l'applicazione delle disposizioni dei relativi contratti collettivi nazionali di lavoro, se più favorevoli.
Nelle more di una riforma organica delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, vengono apportate significative modifiche alla disciplina del reddito di cittadinanza.
Più approfonditamente si prevede:
La legge di Bilancio 2023 detta misure per agevolare la presentazione della DSU in modalità precompilata.
Modificando il comma 2-bis dell’articolo 10 del D.Lgs. n. 147/2017, si prevede la possibilità di presentare la DSU nella modalità non precompilata fino al 31 dicembre 2022, ma, a decorrere dal 1° luglio 2023, la presentazione della DSU da parte del cittadino dovrà avvenire prioritariamente in modalità precompilata fermo restando la possibilità di presentare la DSU nella modalità ordinaria.
Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentiti l'INPS, l'Agenzia delle entrate e il Garante per la protezione dei dati personali sono individuate le modalità operative, le ulteriori semplificazioni e le modalità tecniche per consentire al cittadino la gestione della dichiarazione precompilata resa disponibile in via telematica dall'INPS.
Sono incrementati di 1 miliardo di euro, per il 2023, gli oneri posti dalla normativa vigente a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2022-2024 e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico.
L'incremento è finalizzato all’erogazione, esclusivamente nel 2023, di un emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità, nella misura dell'1,5% dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza.
Per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall'amministrazione statale i predetti oneri, da destinare alla medesima finalità, sono posti a carico dei bilanci delle amministrazioni stesse.
La legge di Bilancio 2023 si pone l'obiettivo estendere la possibilità di acquisire prestazioni di lavoro occasionali (articolo 54-bis del D.L. n. 50/2017) .
In questa ottica, il legislatore:
Viene prevista una disciplina transitoria per le prestazioni occasionali nel settore agricolo per il biennio 2023-2024.
Si prevede che le prestazioni agricole di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato siano riferite ad attività di natura stagionale di durata non superiore a 45 giornate annue per singolo lavoratore, rese da soggetti che, a eccezione dei pensionati, non abbiano avuto un ordinario rapporto di lavoro subordinato in agricoltura nei tre anni precedenti quali disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali, pensionati, studenti con meno di 25 anni, detenuti o internati ammessi al lavoro all’esterno.
Il datore di lavoro, prima dell’inizio del rapporto di lavoro è tenuto ad acquisire un’autocertificazione resa dal lavoratore in ordine alla propria condizione soggettiva. L’INPS provvede a sottrarre dalla contribuzione figurativa relativa alle eventuali prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito gli accrediti contributivi derivanti dalle prestazioni di lavoro occasionale agricolo.
Il datore di lavoro può assolvere l'obbligo di informare il lavoratore delle condizioni applicabili al contratto o al rapporto di lavoro con la consegna di copia della comunicazione di assunzione trasmessa al Centro per l’impiego.
I datori di lavoro agricolo che non rispettano i contratti collettivi nazionali e provinciali di lavoro stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale non possono instaurare rapporti di lavoro agricolo occasionale a tempo determinato.
Il prestatore di lavoro agricolo occasionale a tempo determinato percepisce il proprio compenso direttamente dal datore di lavoro, sulla base della retribuzione stabilita dai contratti collettivi nazionali e provinciali di lavoro, stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
Il compenso per prestazioni di lavoro occasionale è esente da qualsiasi imposizione fiscale, non incide sullo stato di disoccupazione nel limite di 45 giornate di prestazione per anno civile ed è cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico.
Il datore di lavoro deve effettuare all’INPS il versamento della contribuzione unificata previdenziale e assistenziale agricola, comprensiva di quella contrattuale, dovuta sui compensi erogati, entro il giorno 16 del mese successivo al termine della prestazione, nelle modalità stabilite da INPS e INAIL.
Veniamo alle sanzioni. Il legislatore dispone che:
Vengono poi apportate delle modifiche alla disciplina generale delle prestazioni occasionali contenute all’articolo 54-bis del D.L. n. 50/2017. Tra queste, se ne segnala una che dispone la modifica del comma 16, prevedendo che, anche per il settore agricolo, la misura minima oraria del compenso sia pari a 9 euro.
La legge di Bilancio 2023 novella la disciplina dell'assegno unico e universale per i figli a carico di cui al D.Lgs. 29 dicembre 2021, n. 230.
Più in particolare:
Con riferimento ai lavoratori che terminano il periodo di congedo di maternità (capo III del decreto legislativo n. 151 del 2001) o, in alternativa, di paternità (capo IV del decreto legislativo n. 151 del 2001) successivamente al 31 dicembre 2022 la misura dell'indennità per congedo parentale (articolo 32 del decreto legislativo n. 151 del 2001) viene aumentata dal 30% all'80% della retribuzione per la durata massima di un mese fino al sesto anno di vita del bambino.
L'aumento è riconosciuto in alternativa alla madre o al padre.
Il Fondo sociale per occupazione e formazione viene incrementato di 250 milioni di euro annui a decorrere dal 2023.
Viene inoltre previsto per il 2023 lo stanziamento di ulteriori risorse:
Prorogata l'erogazione del cosiddetto bonus psicologo (articolo 1-quater, comma 3, del decreto-legge 228/2021) per l'anno 2023 e per gli anni 2024 e seguenti.
Il limite massimo pro capite del contributo viene elevato a 1.500 euro a persona nei limiti complessivi di 5 milioni di euro per il 2023 e 8 milioni di euro a decorrere dal 2024.
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