Resoconto inaugurazione anno giudiziario 2017

Pubblicato il 27 gennaio 2017

Si è svolta il 26 gennaio 2017, presso la Corte di Cassazione, la tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, in presenza di diverse autorità, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Paolo Gentiloni, i Presidenti delle due Camere Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Arretrato civile in diminuzione

Nel bilancio delle giustizia 2016 – di cui ha dato conto, in apertura, il Primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio – emerge ancora un significativo arretrato civile, sebbene in diminuzione rispetto all'anno precedente (4.032.582 cause civili complessive, 3.800.000 al netto dell’attività del giudice tutelare, ovvero, - 4,48% in meno rispetto al 2015).

Pendenza civile, dunque – sottolinea il Ministero della Giustizia Andrea Orlando riprendendo le cifre – che si è ridotta ben del 25% rispetto al 2013, con effetto positivo sul c.d. debito Pinto.

I progressi nel civile – sottolinea ancora il Guardasigilli – sono plausibilmente dovuti ad una serie di fattori, tra cui i disincentivi alle liti temerarie ed il “lavoro straordinario” svolto dai magistrati (in tal senso è significativa la diminuzione dei tempi di decisione delle controversie).

Non può infine sottacersi il massiccio intervento sull’emergenza personale presso gli uffici giudiziari, che ha avuto già inizio e che proseguirà, di modo che entro il prossimo anno si potrà contare su 5 mila nuove unità.

Arretrato penale in discesa Prescrizioni in salita

La situazione è ancora migliore nel penale – si evidenzia nel bilancio 2016 – dove le pendenze scendono del 6,9% rispetto all'anno precedente, pur attestandosi ancora a oltre 3 milioni di casi, con impennata delle prescrizioni pari al 3,3 % (139.488).

Prescrizioni che intervengono – riprende il Ministro Orlando – per metà, già durante la fase delle indagini; il resto, tra il dibattimento di primo grado e in appello; con un incidenza che oscilla tra l’1 ed il 21%, a seconda delle varie Corti d’Appello più o meno “virtuose”. Se sui numeri incidono, evidentemente, le scelte organizzative dei singoli soggetti, non può sottacersi tuttavia – polemizza il Ministro- che a distanza di oltre un anno dalla sua entrata in vigore, ben poche Corti e Tribunali si sono dotate dell’Ufficio del processo, nonostante l’assegnazione di più di 4 mila tirocinanti.

Può dirsi infine cessata – prosegue il Guardasigilli – l’emergenza dovuta al sovraffollamento carcerario (i detenuti sono al momento 54.653), ma il quadro non è ancora roseo e sussistono tutt'ora situazioni difficili. Occorre a tal proposito potenziare la mediazione penale, l’esecuzione esterna e la messa alla prova. Sono questi d'altronde i temi su cui il Parlamento è tenuto a votare – si augura il Ministro, il prima possibile – il disegno di riforma in atto.

Allarme sezione tributaria Cassazione

Situazione un po’ più critica presso la Cassazione, che nonostante i progressi organizzativi e di efficienza, non riesce a tenere a bada la marea di ricorsi soprattutto civili, con lenti passi in avanti anche per quanto riguarda i termini di durata media dei processi.

L’allarme lanciato dal Primo Presidente Canzio, riguarda in particolare la sezione tributaria, dove sono approdati oltre 11 mila nuovi procedimenti, che costituiscono il 47% dell’intera pendenza civile. Numeri che richiedono – secondo Canzio – un Piano straordinario anti – arretrato e soprattutto l’istituzione di una sezione tributaria bis, dotata di ulteriori giudici e personale.

Anm Poltrona vuota

Si segnala infine che alla cerimonia di inaugurazione, per la prima volta nella sua storia, non ha partecipato l’Associazione nazionale magistrati. Alla base della “polemica”, la controversa Legge n. 197/2016 sull’efficientemento della giustizia, ed in particolare, le misure sull'età pensionabile delle toghe, con proroga della stessa solo per i vertici della Cassazione. Disposizione, quest’ultima, che l’Amn considera del tutto arbitraria, in quanto consente al Governo di scegliere liberamente quali magistrati trattenere in servizio e quali collocare a riposo, in contrasto con la Costituzione e con le norme internazionali.

 

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